VISIONI OBLIQUE

25 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 12

Laurent Cantet, Palme d'or © AFP
Sean Penn ci aveva avvertito prima dell'inizio del Festival. Ill palmarès della sua giuria sarebbe stato politico. Ricompensando Gomorra, Che, Il divo, Linha de passe e, per coronare il tutto, Entre les murs (Palma d'oro), le scelte sono state effettivamente impegnate.

24 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 11

Wim Wenders, Climbing of the Steps of the film Palermo Shooting © AFP
In attesa di conoscere il Palmares una domanda sorge spontanea. Ma Cannes a cosa serve ? Parata di star, irruenza mediatica, orgia di film dal mondo intero in cerca di una Palma d’oro, feste mondane febbricitanti e affari dietro le quinte a colpi di milioni di dollari… Ogni anno, la Croisette entra in fibrillazione per il Festival di Cannes. Dodici giorni di frenesia sotto lo stendardo del cinema, cui la ripercussione planetaria è superata solo dai Giochi Olimpici o dalla Coppa del mondo di calcio. Dal 1946, il Festival fa l’avvenimento, crea dei miti, modella e accompagna la storia della settima arte plasmando la propria leggenda. Santuario del film d’autore per alcuni, tempi dei mercanti d’immagine per altri, appuntamento del jet set internazionale, trampolino per i nuovi talenti, eldorado dei professionisti dell’industria cinematografica, piattaforma promozionale della cultura francese, megafono dei sussulti della politica internazionale… Cannes offre multiple facce, trasformandosi anno dopo anno. Ma chi sono i principali beneficiari di questa formidabile potenza attrattiva? Gli artisti? I cinefili? Il mercato? I vip, i media o gli stati?

23 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 10

Anouck Margueritte, 2008 Festival's poster egeria © AFP

Gli uffici cannesi di Variety sono localizzati dietro il Grand Hotel, un albergo 4 stelle della Croisette. Non lontano, nel sottosuolo del Palais Stephanie, il concorrente The Hollywood Reporter ha già chiuso i battenti. E’ venerdì. Fine del Festival e del Marché du film. La redazione di Variety ha fatto uscire la sua ultima edizione e i suoi collaboratori stanno per lasciare Cannes. Durante tutta la durata del Festival, il magazine di Los Angeles ha pubblicato dieci edizioni quotidiane su carta patinata. 8.000 copie giornaliere stampate la notte a Nizza. Dalle 8 del mattino sei hostess di rosso vestite hanno distribuito Variety fuori dal Palazzo del festival. L’obiettivo è quello di raggiungere tutti i professionisti del cinema presenti in città. Difficile perderlo. Pile della rivista sono posizionate in tutti gli hotel che contano, rimpolpate ogni mezz’ora. Parlando di pubblicità il giornale, che offre informazioni pressoché in esclusiva, ne è pieno. La maggior parte sono contrattate mesi prima del Festival, a volte addirittura di anno in anno per le copertine. La più richiesta, e la più cara, è quella D4 (il Daily 4), quella del sabato, di una visibilità estrema. Quest’anno era stata prenotata dalla società di produzione Thomas Langman, che ha prodotto il dittico a grosso budget su Mesrine, la cui prima parte uscirà il 22 ottobre. Il film è stato venduto in tre giorni in quasi tutti i paesi del mondo. Carton plein!

22 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 9

Anouck Margueritte, 2008 Festival's poster egeria © AFP

E’ il passatempo cannoise per eccellenza. Di fine serata alcolizzata, ma anche, più seriamente, d’inizio giornata nelle riviste di settore, francesi o straniere. Ogni giornalista interpellato scommette a colpi di “coup de foudre” o “coup de coeur”. Ma a che serve tutto ciò ? Innanzi tutto, per esperienza, è statisticamente provato che le scelte dei giornalisti non coincidono con quelle delle giuria. Ieri, l’ultima pagina di Le Film Français, rappresentante il giudizio di quindici media, figurava al posto d’onore Un conte de Noel di Arnaud Desplechin, che conduce le danze con sette palme d’oro. In coda al plotone La mujer sin cabeza di Lucrezia Martel che raccoglie cinque faccine tristi. Quanto all’impatto della vera palma sugli affari, se l’alloro gioca sul mercato francese, ha invece un effetto poco tangibile sui botteghini oltre atlantico. Allora perché scommettere? Perché si impegna del tempo. Resta il fatto che questo sistema delle stelle a soprattutto l’effetto di allontanare e squalificare il discorso critico.

Yes, they Cannes !
:-)) Adoration di Atom Egoyan (Competition)

:-( Desierto adentro di Rodrigo Pla (Semaine de la critique)
:-)) Il divo di Paolo Sorrentino (Competition)

21 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 8


Madonna and Sharon Stone © AFP
La coda per le due proiezioni stampa di Two Lovers di James Gray ieri sera, la gente che si batteva per vedere Indiana Jones in anteprima mondiale, i giornalisti dagli accrediti ridotti (i badge di colore giallo e blu) rifiutati in gran massa, una certa nervosita’ puo’ avolte montare nei ranghi dei giornalisti. Sembra proprio vero che numerosi nuovi media sono approdati sulla Croisette per vedere film, pertanto il Festival di Cannes si si e’ ritrovato a confrontarsi con un’esplosione di richieste d’accredito legate ai siti Internet. L’ufficio stampa ne stabilisce l’importanza contando il numero di accessi registrati dal provider. Ma c’e’ anche un istrionismo un po’ ridicolo degli accreditati sempre pronti a urlare nei corridoi come dei monarchi oltraggiati. Ricordano i corrispondenti di guerra infastiditi perche’ un missile e’ stato lanciato ad un’ora del mattino mentre si sedevano a tavola per consumare la prima colazione. Sembra ci siano delle guerre ancor piu’ male organizzate che il Festival di Cannes.

Yes, they Cannes !
:-/
Die welle di Dennis Gansel (Maché)

:-/ El cant dels ocells di Albert Serra (Quinzaine des réalisateurs)
:-)) Che di Steven Soderbergh (Competition)

20 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 7

Diego Maradona, Climbing of the Steps of the film Maradona by Kusturica © AFP

Fra i mali del mondo, di cui è quasi d’obbligo che un festival così importante come quello di Cannes debba esserne la (cattiva) coscienza, alcuni sono meglio rappresentati di altri. La miseria, ad esempio, caratterizza da lungo tempo il soggetto inconsolabile di innumerevoli film qui presentati. Contrariamente, nel caso della violenza, di cui l’attualità non cessa di proporci a quale punto essa invada il mondo, il discorso è più complesso. Difficile filmarla senza rischiare il sadismo scopino tipo Haneke, o la compiacenza della macelleria, essa lascia spesso i cineasti nella loro nudità cittadina. Nel suo ultimo Indiana Jones, Spielberg trucida orde di personaggi senza versare una goccia di sangue, fedele alla sua recente filosofia, in nome della quale ha digitalmente ripulito il suo E.T. dai simboli più violenti. Gomorra (per il suo soggetto), L’échange (per una sequenza) e Los bastardos (per un’inquadratura) hanno rimesso brutalmente le lancette dell’orologio al loro posto: la violenza è presa di coscienza univoca e frontale. Gurdandola potremmo averne male, ma senza dubbio è necessaria.

Yes, they Cannes !
:-)) L’echange
di Clint Eastwood (Competition)
:-) Los bastardos di Amat Escalante (Un certain regard)
:-( Johnny Mad Dog di Jean-Stéphane Sauvaire
:-) Liverpool di Lisandro Alonso (Quinzaine des réalisateurs)
:-( Elève libre di Joachim Lafosse (Quinzaine des réalisateurs)

19 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 6

Luc and Jean-Pierre Dardenne with Arta Dobroshi, Photocall Lorna's silence © AFP
Il passaggio tra finzione e documentario è una speculazione tra cineasti e critica che lascia spossati ancora prima d’iniziarne a discuterne. Menzogne della realtà, verità dell’immaginario, si può dissertare sull’argomento senza fine e senza soluzione. Nonostante ciò bisogna confessare che questo soggetto ha la pelle dura a morire e che ogni anno si reinvesta un po’ dappertutto. Sabra e Chatila rivissute attraverso il prisma di una confessione e di un disegno animato in Waltz with Bashir, le rovine libanesi attraversate de un’icona del cinema (Catherine Deneuve in Je veux voir), l’inchiesta giornalistica all’origine di Gomorra sulla camorra napoletana, la Cina live di 24 City o, ancora a venire, i corsi per immimgrati nella periferia francese di Entre les murs di Laurent Cantet, provano che numerosi film si appoggiano in definitiva su fonti (documenti, esperienze, tracce visibili…), che s’incaricano di rivelare, scombussolare o tradire.

YES, THEY CANNES !
:-)) Le silence de Lorna di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Competition)
:-) Of Time and the City di Terence Davies (Seance speciale)
:-) De ofrivilliga di Ruben Ostlund (Un certain regard)
:-) Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull di Steven Spielberg (Hors competition)

18 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 5

George Lucas, Harrison Ford and Steven Spielberg, Photocall of the film Indiana Jones © AFP

Come nelle prove di pattinaggio artistico a Cannes si trovano le figure libere, spavalde ma avventuriere, e quelle obbligatorie, virtuose ma che consistono nel pattinare in tracce predefinite. Oggi l’esercizio obbligatorio e’ stato quello offerto dalla rumorosa proiezione del nuovo Indiana Jones, preceduta dai bombardamenti del marketing che, a confronto, gli elicotteri di Apocalypse Now sembrano delle pistole ad acqua: anteprima intergalattica in proiezine speciale fuori concorso, Gille Jacob (il presidente del Festival) travestito da E.T., Thierry Frimeaux (il delegato del Festival) impegnato in un incontro ravvicinato di nuovo tipo, i giornalisti chiusi in un Jurassic Park della critica, e altre amenita’. Poiche’ il nuovo film di Steven Spielberg e’ paragonabile a un triplo axel non e’ un male parlarne bene. Alla stessa ora, in altre sale del Festival, erano proiettati, fra gli altri, Blind Loves, documentario di Juraj Lehotsky, o il nuovo film di Raymond Depardon, La vie moderne. A volte si possono preferire figure libere a quelle obbligatorie.

YES, THEY CANNES !
:-/ Gomorra di Matteo Garrone (Competition)
:-)) La vie moderne di Raymond Depardon (Un certain regard)
:-( Acne
di Federico Veiroj (Quinzaine des realisateurs)
:-) Tokyo Sonata
di Kiyoshi Kurosawa (Un certain regard)
:-) The Chaser
di Na Hong-Jin (Hors competition)

17 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 4

Woody Allen's Vicky Cristina Barcelona Press Conference © AFP

Infaticabile indicatore delle tendenze che si disegnano nel magico mondo dell’entertainment, dello show business e del inema riuniti, il giornale Variety, che a Cannes si declina con un quotidiano gratuito n lingua hollywoodiana, constatava ieri che il Marché del film quest’anno propone tre grosse produzioni che si presentano con la caratteristica di essere… doppie. Innanzi tutto la super produzione cinese, epica e storica di John Woo, Red Cliff. Seguito dal biopic in due volumi (l’Argentina e poi Guerilla) che Steven Soderbergh ha consacrato al Che e che sarà presente mercoledì in selezione ufficiale. Infine, il film di Jean-François Richet su Mesrine, l’Ennemi public n°1, scisso in due episodi: Les origines da una aprte e La légende dall’altra. Bisogna attendersi dunque a un grande ritorno del film dittico, da non confondersi con il triviale sequel o il non meno osceno spin off. Colpo doppio concepito come tale e in principio senza seguito, come Bernardo Bertolucci (Novecento), Jacques Rivette (Jeanne d’Arc) o Alain Resnais (Smoking/No Smoking) che ne hanno mostrato esempio tempo addietro, il dittico cinematografico ha lasciato piuttosto delle buone impronte. Dopotutto abbiamo due occhi.

Yes, they Cannes !
:-( De la guerre di Bertrand Bonello (Quinzaine des réalisateurs)
:-/ Milh hadha al-bahr di Annemarie Jacir (Un certain regard)
:-)) Er shi si cheng ji di Jia Zhang-ke (Competition)
:-) Serbis di Brillante Mendoza (Competition)

16 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 3

Mike Tyson, Climbing of the Steps of the film Tyson © AFP

Quest’anno, le proiezioni notturne sulla spiaggia, aperte al pubblico, sono consacrate alla Warner Bros. Il Festival celebrà in questo modo gli 85 anni della major creata nel 1923. Si potrà così rivedere con piacere Che fine ha fatto Baby Jane ? o Bonnie and Clyde. Ma la Warner è di attualità anche per la chiusura di Picturehouse e Warner Independent Pictures, filiali dedicate ai film indipendenti. Questa decisione s’inscrive in una strategia generale del gruppo Time Warner (di cui la Warner Bros non è che un tassello) diretto da Jeffrey Bewkes per rendere il conglomerato multimediale sempre più redditizio. New Line, altro studio, ha già fatto le spese di questo piano di riorganizzazione: fuzione coen Warner Bros a febbraio assortito da un serio snellimento del personale. Con Speed Racer dei fratelli Wachowski e il nuovo Barman nella lista delle uscite estive, la Warner Bros è pronta a fare suonare le casse del botteghino. Ma forse privandosi dei mezzi per fare ancora dei buoni film.

Yes, they Cannes !
:-( Un conte de Noel di Arnaud Desplechin (Competition)

:-( Soi Cowboy di Thomas Clay (Un certain regard)
:-) Bigger, Stronger, Faster* di Christopher Bell (Marché)
:-) Dernier maquis di Ameur-Zaimeche Rabah (Quinzaine des réalisateurs)
:-) Tyson di James Toback (Un certain regard)

15 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 2

Angelina Jolie et Jack Black, Climbing Steps of the film Kung Fu Panda © AFP

A dire il vero la maggior parte dei produttori e cineasti non amano troppo ritrovarsi nella situazione di aprire un festival come quello di Cannes. L’esperienza insegna che la prima proiezione stampa è considerata ad alto rischio. I giornalisti arrivano sulla Croisette con il coltello tra i denti e il film d’apertura fa regolarmente le spese di questa aggressività. Il doppio massacro subito anni fa da Fanfan la Tulipe e soprattutto dal Codice Da Vinci hano lasciato ricordi cocenti. Ma almeno con quei due titoli non si rischiava di cercare quale misterioso messaggio postato ad inizio manifestazione. Contrariamente, con Blindness, parabola sulla cecità, travestita da messa a fuoco o di sacrificio propiziatorio, bisognava osare. Alla Quinzaine è pure annunciato un Blind Loves, di Juraj Lehotsky, sulle coppie di non vedenti. Più che sufficiente per epilogare su una prospettiva “Circolate gente non c’è più nulla da vedere” un po’ paradossale ma, perché no, promettente.

Yes, they Cannes !
:-/ Leonera
di Pablo Trapero (Competition)

:-) Tokyo! Di Michel Grondy, Leos Carax, Joon Ho Bong (Un certain regard)
:-)) Hunger di Steve McQueen (Un certain regard)
:-) Uc Maymun di Nuri Bilge Ceylan (Competition)
:-)) Cztery noce z Anna di Jerzy Skolimowski (Quinzaine des réalisateurs)

14 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 1

The Official Jury during the Opening Ceremony © AFP

Quale sarà la temperatura di questo Cannes 2008 ? Calda bollente ? Doccia fredda ? Gli ingredienti di un’edizione riuscita sono il risultato di tutta una serie di parametri tanto bizzarri quanto incontrollabili e che la qualità dei film selezionati è impossibilitata a contenere. Quel non-so-cosa che condiziona il buono o il cattivo umore degli accreditati è probabilmente quell’irrazionale destinato a aumentarne lo stress. Il delegato generale Thierry Frémaux, cintura nera di karate, è conosciuto per il suo senso dell’umore zen. Lasciando quest’anno incompleta la lista dei film selezionati una settimana dopo la conferenza stampa (essa stessa ritardata), ha svelato più febbrilità dell’ordinario e scombussolato un’agenda già molto serrata. Evidentemente vi sono pellicole non ancora terminate. Si asciugheranno dunque in loco sui fili della grande sala del Palazzo. Ma attenzione, solo della bella biancheria.

Yes, they Cannes !
:-/ Blindness di Fernando Meirelles (Competition)
:-( La terza madre di Dario Argento (Marché)
:-)) Waltz with Bashir di Ari Folman (Competition)

13 maggio 2008

61ème Festival de Cannes – jour 0


Senza movimento e senza lotta, niente sviluppo del cinema...
Dedicata a Ernesto "Che" Guevara e alla nuova onda latinoamericana, a 40 anni dal '68, un'edizione boom di Cannes, da domani al 25 maggio.
Sulla Croisette 1.700 proiezioni per 8.000 addetti ai lavori provenieneti da 93 paesi.
Yes, they Cannes!

11 maggio 2008

19/2008 – Quei bravi ragazzi


Per Gianfranco Fini bruciare le bandiere israeliane alla fiera del libro di Torino è più grave che uccidere a freddo.
A soli cinque giorni dal suo discorso solenne e furbo d’insediamento alla presidenza della camera, nel quale si era incoronato da solo paladino e arbitro del Vero e del Giusto contro il nuovo «male del secolo» che sarebbe il relativismo culturale, Fini getta clamorosamente la maschera politica e quella (si fa per dire) intellettuale.
I due fatti, di Verona e di Torino, «non sono paragonabili», però lui li paragona eccome. Per giudicarli non secondo un criterio di verità, o più umilmente di umanità come il caso vorrebbe (c’è qualcosa di meno umano che ammazzare di botte qualcuno per una sigaretta?), bensì secondo il più relativo nonché disumano dei criteri.
La contestazione torinese (lui la chiama «astio antisemita giustificato con una politica antisionista») è più grave, sostiene, dell’assassinio veronese, perché la prima è ideologica, la seconda è casuale.
Lì c’è violenza politica, qua c’è criminalità comune «con una distorta ideologia nazista nella testa».
S’è mai sentito un criterio più relativo di questo?
E un cinismo politico più becero e più autoreferenziale?

Dal 14 al 25 maggio L’incertain regard trasloca a Cannes per seguire, con post quotidiani, la 61ima edizione del festival cinematografico.

Écoutes de la semaine
Hard Candy di Madonna

04 maggio 2008

18/2008 – Pubblici, ma non troppo



I dati sulle dichiarazioni dei redditi sono disponibili (e a disposizione di tutti i cittadini) da moltissimi anni in tutti i comuni, lo prevede una legge.
E banche, società di credito al consumo e finanziarie varie, le saccheggiano per fini «commerciali».
La gente comune, invece, non ha accesso a quegli elenchi che per essere copiati e utilizzati richiedono tempo, ammanicamenti e denaro.
La rete ora li democratizza: tutti possono sapere di tutti.
Molti paesi pubblicano gli elenchi dei contribuenti: chi guadagna molto ne è orgoglioso, perché può dimostrare che reddito e capacità professionale vanno a braccetto.
E dimostrare di pagare le tasse e contribuire al benessere della società viene giudicato positivo.
In Italia, invece, è furbo chi evade e fesso chi paga le tasse.
I furbi non amano la trasparenza: con l’alibi della privacy violata danno calci a destra (pochi) e a sinistra
(molti).
L’ultimo se l’è preso Visco.
I redditi degli italiani sono pubblici, ce lo ripetono come un mantra proprio quelli contrari alla pubblicazione, ma così, dicono, sono «troppo» pubblici.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-/ Iron Man di Jon Favreau
Sur petit écran
La ragazza del lago di Andrea Molaioli
La zona di Rodrigo Plà
Un cuore grande di Michael Winterbottom
Twin Peaks : Fire Walk with Me di David Lynch
Scorpio Rising di Kenneth Anger
Fireworks di Kenneth Anger
Sa raison d’être di Renaud Bertrand
The L Word (5° stagione US)
Clara Sheller (1° stagione F)
Big love (1° stagione US)