VISIONI OBLIQUE

28 giugno 2009

26/2009 – A bocca chiusa


Berlusconi istruisce gli organismi economici internazionali e il governatore della Banca d’Italia: «Bisogna chiudere la bocca a chi parla quotidianamente di crisi». E rincara la dose chiedendo agli industriali italiani di non dare pubblicità ai giornali d’opposizione.
Dichiarazioni, accuse e minacce che il premier sciorina durante una conferenza stampa a palazzo Chigi insieme ai super-ministri del Welfare e dell’Economia. Parla a lungo, Berlusconi e non accetta domande. Gli sguardi dei giornalisti si alternano tra il rassegnato e l’allucinato. E uno solo, in fondo alla sala, piuttosto giovane, alza le mano e chiede con pertinenza: «E’ vero che volete rinviare la class action? E quanto costa il decreto che avete approvato?». Berlusconi fa per alzarsi. E di fronte alla mano in sospeso del giornalista risponde: «Per caso lei vuole andare al bagno?».
Italia 2009. La sede del governo che presiede il G8.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran
Ifigeneia di Mihalis Kakogiannis
Ilektra di Mihalis Kakogiannis
The Trojan Women di Mihalis Kakogiannis

Lectures de la semaine
Dolko di Jean-Paul Tapie

26 giugno 2009

IN MEMORIAM

Siamo tutte (state) Farrah Fawcett

Siamo tutti (stati) Michael Jackson

21 giugno 2009

25/2009 – Solstizio d’estate


Non c'indigneremo delle cronache dal basso impero italico questa settimana.
L’incertain regard si dedica ai buoni propositi estivi che, contrariamente a quelli accompagnanti l’inizio d'anno nuovo, sono volutamente più edonistici.
Attidudine quotidiana : in ufficio, a regime ridotto; fuori, essenziale.
Look : sotto, infradito&shorts; sopra, evidenziante muscoli&pelo.
Fisico : in palestra 4 volte la settimana, almeno.
Visioni : il cinema sur grand écran langue, almeno nelle sale della penisola; le serie televisive sono andate in vacanza, ad esclusione di Weeds 5 e True Blood 2; vi è tempo per recuperare pellicole perdute con l’aiuto dei Cahiers.
Ascolti : il minimalismo elettronico, nelle sue più eclettiche declinazioni (deep house minimal techno dub drum& bass), per contrastare la spazzatura musicale che ci circonda.
Letture : la lista degli arretrati attende i segni di spunta.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran
:-)) Maman est chez le coiffeur di Léa Pool

Sur petit écran
UFC 99
Global resistance
Star Trek Deep Space 9 (stagione 4)

E' terminata la visione della nona stagione di The Ultimate Fighter

Lectures de la semaine
Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson
Danza macabra di Dan Simmons

19 giugno 2009

INDICAZIONE DI VOTO

Astenersi sul referendum per impedire un golpe
Per le decisioni che le elettrici e gli elettori dovranno adottare per il 21 giugno c’è una igiene politica ed istituzionale da garantire. È quella che impone di eliminare dal terreno dello scontro gli equivoci, le distorsioni, le falsità della campagna referendaria. I promotori del referendum ed i loro sostenitori, nel condannare il sistema elettorale vigente per la Camera dei deputati e per il Senato, il «porcellum», lasciano credere che il Sì eliminerebbe le perversità di tale sistema. Non è vero. Le moltiplicano. I quesiti non riguardano il meccanismo di scelta dei membri del Parlamento, lo lasciano inalterato. Non restituirebbero affatto alle elettrici ed agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento. Lascerebbero questo potere ai capipartito e lo legittimerebbero col voto popolare. Il «porcellum» si raddoppierebbe. I quesiti non eliminano, né riducono il premio di maggioranza, lo lasciano così com’è. Col Sì il voto popolare lo legittimerebbe. Il «porcellum» si triplicherebbe. Non basta. Con l’approvazione dei quesiti, una lista che rappresentasse il 30, 25, anche solo il 20 per cento dell’intero elettorato ma un solo un voto in più di ciascuna delle altre, otterrebbe il premio, assurdo e truffaldino, del 55 per cento dei seggi alla Camera ed anche maggiore al Senato. Il «porcellum» verrebbe quadruplicato. I promotori del referendum ed i loro seguaci affermano che votando Sì si costringerebbe il Parlamento ad approvare una nuova legge elettorale. È falso. Non esiste parlamento al mondo che così sfacciatamente può eludere, contraddire, vanificare un voto popolare. Come sarebbe d’altronde possibile tale rovesciamento della volontà delle elettrici e degli elettori in presenza, peraltro, maggioritaria della forza politica che trarrebbe tale, enorme, anche se scandaloso vantaggio da un voto popolare siffatto?Ma quale rispetto dimostrano i promotori del referendum ed i loro seguaci per la sovranità popolare? C’è un precedente che va ricordato. Nel 1993, a seguito del risultato del referendum celebrato in quell’anno, si propose di introdurre un sistema elettorale diverso da quello emerso dalle urne e fu proprio uno dei promotori di quel referendum, che è anche tra quelli del 21 giugno, che si oppose giustamente a qualunque modifica di quel risultato, proprio in ragione della intangibilità della volontà manifestata dal corpo elettorale. I promotori ed i loro seguaci ci contestano il diritto all’astensione, cioè allo strumento sicuro per far fallire questo referendum. La contestazione è infondata. Non si tratta di uno strumento illegittimo. È lo stesso che nelle assemblee parlamentari viene usato quando la minoranza si oppone nel modo più radicale possibile ad una deliberazione per segnalarne la gravità e lasciarne tutta intera la responsabilità a chi la propone sfidandolo a dimostrare il consenso sufficiente all’approvazione. Non si vede perché non sarebbe utilizzabile per una deliberazione del corpo elettorale una forma di opposizione praticata dalla sua rappresentanza politica. Tra deliberazione parlamentare e deliberazione del corpo elettorale, quanto a condizione di validità, c’è infatti perfetta corrispondenza. A statuirla è la Costituzione agli articoli 64, terzo comma, e 75, quarto comma. Certo, quello dell’astensione è uno strumento estremo. Ma è quello più adeguato a impedire la mistificazione della democrazia rappresentativa degradandola a procedura di investitura per un uomo solo cui attribuire il potere di governo, quello di dettare, mediante i suoi agenti, la legislazione e, attraverso questa, i contenuti della giurisdizione, quello di usare il 55 per cento di tali fiduciari per determinare l’elezione del Presidente della Repubblica, dei
cinque giudici costituzionali, della stessa potestà di modificare la Costituzione aggirando la garanzia del referendum con l’apporto di qualche minoranza parlamentare. Solo l’astensione, infatti, può impedire la distorsione golpista che determinerebbe la vittoria del Sì.
di Gianni Ferrara da “il manifesto” del 19 giugno 2009

14 giugno 2009

24/2009 - Quarto potere


Il centrodestra vota la fiducia alla legge contro le intercettazioni.
Berlusconi imbavaglia il paese.
Giornalisti senza notizie e magistrati senza prove.
Silenziatore anche sulle inchieste di mafia.
Giudici,editori e opposizioni si appellano a Napolitano, mentre il crimine organizzato ringrazia.
E’ la NUOVA stampa, bellezza !

07 giugno 2009

23/2009 - Corsari


Due milioni di voti e non sentirli. Il 7%. Tanti quanti l’Udc di Casini o la Linke in Germania. Ma divisa in due liste la sinistra italiana è fuori dal parlamento di Strasburgo. Dopo essere stata espulsa senza appello da quello di Roma. Non ci riprovino, perché non beccheranno più nemmeno quelli.
Intanto i pirati sono in viaggio verso le sponde del Reno. Con il 7,1% dei voti il Pirat Partiet che lotta per la legalizzazione dello scambio di file in rete conquista uno dei 18 seggi svedesi all’emiciclo europeo.

Che sia giunto il tempo per avvicinarsi all'opera omnia di Михаи́л Алекса́ндрович Баку́нин ?

VISIONS DE LA SEMAINE

Sur petit écran
Better Things di Duane Hopkins
Wendy and Lucy di Kelly Reichardt
UFC 98

E’ terminata la visione della quarta e ultima stagione di Prison Break, della prima di Fringe e della quinta di Lost e Desperate Housewives.

04 giugno 2009

INDICAZIONI DI VOTO

Inquinamento in Europa
Incapaci di fare un passo indietro e lasciare spazio a una lista unica che esprimesse un ampio arco di forze e movimenti della società civile, i partiti della sinistra italiana non hanno compreso, per l’ennesima volta, la gravità della situazione del paese, la minaccia alla democrazia, il pesante attacco al lavoro e ai diritti sindacali, la necessità di una nuova partecipazione politica, la spinta che viene da esperienze dal basso.
L’autoritratto della sinistra italiana non è di quelli più rosei.
Ridotta in macerie dall’incapacità della sua classe dirigente, divisa per motivazioni personalistiche, incapace di proporre un’alternativa. Conseguentemente L’incertain regard ha deciso di “saltare un giro”.
Per cui non si recherà alle urne dell’imminente tornata elettorale europea.
Identico discorso per la consultazione provinciale che segnerà la nascita dell'inutile provincia di Monza e Brianza.
Coerentemente non voterà nemmeno per le amministrative del relativo comune di residenza dove la lista di centro sinistra che ha governato fin'ora
l'ha particolarmente deluso.