VISIONI OBLIQUE

27 giugno 2006

Appello per "il manifesto"

Da trentacinque anni il manifesto rappresenta un caso unico nel panorama editoriale italiano e non solo.
Nessun padrone se non la cooperativa dei lavoratori che lo mettono ogni giorno in edicola, stipendi (bassi) uguali per tutti, un giornalismo politico indipendente e autogestito specchio delle trasformazioni che hanno segnato questi anni.
Un bene comune, un vero e proprio «mostro» - nel senso letterale del termine - che ha l'ambizione di stare sul mercato violandone le leggi, un luogo aperto della sinistra.
Anche la porta d'ingresso è sempre spalancata e chiunque può entrare, persino gli indesiderati, come è accaduto qualche anno fa.
In questi trentacinque anni abbiamo vissuto pericolosamente (e spericolatamente): centinaia di migliaia di persone lo sanno bene, quelli che ci hanno letto, lavorato e chi ci ha usato per le proprie passioni.
Le crisi finanziarie hanno scandito la nostra esistenza: le abbiamo sempre superate con il nostro lavoro e con l'aiuto del «nostro mondo».
Ora siamo al punto che trentacinque anni possono precipitare in un pomeriggio d'estate.
Perché la libertà costa, soprattutto a chi la pratica, e arriva il momento che quei costi si materializzano in scadenze non più rinviabili.
Per evitare il precipizio abbiamo bisogno di aiuto, perché questa crisi è più grave delle altre emette a repentaglio la stessa esistenza del giornale.
Non è un grido d'allarme, è una semplice notizia: nelle pagine interne ne illustriamo i termini.
Perciò da oggi inizia un referendum sul futuro di questo giornale: le schede elettorali stanno nel portafoglio di tante e tanti.
Perché questa è una crisi che non riguarda solo noi.
Coinvolge i nostri lettori più affezionati, ma anche chi ci ha comprato una volta sola nella sua vita.
Chiama in ballo tutta la sinistra (nell'accezione più ampia del termine, dai partiti ai sindacati all'associazionismo) ma anche il mondo dell'informazione cui questo giornale qualcosa ha pur dato (e continuerà a dare).
Sono tutti questi i nostri «padroni», tutti quelli che - magari guardandoci da lontano - pensano che la democrazia abbia bisogno di un «mostruoso» antidoto contro i rischi di omologazione del pensiero.
Saremo presuntuosi, macrediamo che la nostra voce sia essenziale, che il nostro essere uno strumento di lavoro per la critica dell'esistente sia una cambiale che non dobbiamo pagare da soli.
E che, perciò, la nostra sorte non riguardi solo chi lavora in via Tomacelli o chi continua a stare «dalla parte del torto», ma anche chi la pensa in modo opposto.
Per questo la nostra crisi la mettiamo in piazza, per questo faremo «l'appello» dei sottoscrittori e ne racconteremo gli esiti.
Da oggi entriamo in una fase di mobilitazione generale.
Siamo convinti di farcela.
Noi ci metteremo tutto il nostro lavoro di sempre e le nostre aperture al mondo.Maabbiamo bisogno di tutti voi.
Diteci se voi avete bisogno di noi.
O se - come ha detto quel genio del Savoia - siamo solo una pessima carta e un terribile inchiostro.
Mariuccia Ciotta e Gabriele Polo

www.ilmanifesto.it/sottoscrizione2006/sottoscrizione.html

25 giugno 2006

25/2006 – Casinò Royale

Si parte dal camorrista e si arriva al "re", dal furbetto del quartierino al direttore di banca, dal tangentista ai vertici della Federazione calcio…
Quel che ci indigna più dello "scandalo" è la probabile mancanza di scandalo.
Che l’assuefazione sia così profonda da provocare solo un sorriso.
Che forse gli italiani siano "fatti così"?


PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
L’ARTICLE Il Cavallo azzoppato della tv pubblica di Gianfranco Capitta da "il manifesto" del 20 giugno 2006: " […] Sono passati settanta giorni, e in tv e alla radio pare non sia successo niente: non perché le notizie debbano cambiare segno, ma perché uno ingenuo si aspettava che finisse quello sdraiarsi nel culto di Berlusconi e dei suoi accoliti e reggiborse (e oggi si scopre che reggevano di tutto). Invece niente: il giornale radio Rai resta inaudibile, gerarchie di notizie improbabili e scalette bizzarre, notizie spezzettate ad arte e i servizi di tanti onesti colleghi shakerati in modo che niente pare cambiato. Un pianeta intoccabile, così come in tutte le altre trasmissioni e testate di mamma Rai (una mamma da denunciare oggi al telefono azzurro). Oggi, grazie a quella pratica un po’ voyeur ma efficace delle intercettazioni, sappiamo perché la Rai è divenuta quello che è, dove sono andati gli investimenti e come passa il tempo delle star e di chi le trastulla. […] Prodi, piuttosto che disperdersi a fare il capoclasse di una classe indisciplinata, ha un’occasione unica: rimettere a posto la Rai, che per il suo potere comunicativo sarebbe un bel messaggio urbi et orbi. […] Ma anche che si mettano fuori sciurette e trucidoni che hanno gestito il servizio pubblico nazionale come fosse una locale Telepassera, o Radiopisello se si preferisce. […] "
www.ilmanifesto.it
L’INFO L’ultima follia. Organi espiantati ai tre suicidi – L’ultima follia di Guantanamo avviene sul corpo dei tre detenuti che si sono suicidati dieci giorni fa, tre delle centinaia di nemici più o meno combattenti che sono transitati dietro le reti d’acciaio del carcere installato quattro anni fa sul frammento americano dell’isola di Cuba. Consegnati ai familiari, i cadaveri mostravano lividi sul collo - normali sul corpo di una persona che si è impiccata e ecchimosi sulle braccia e sulla testa, segni di colpi che hanno fatto dire a padri e nipoti: "Dubitiamo della versione americana sul suicidio". Ma il particolare più macabro è un altro: i corpi sono stati consegnati ai familiari privi di organi interni come il cuore, il cervello, i polmoni. E’ stata fatta l’autopsia, si giustificano le autorità statunitensi. Così sarà impossibile farne un’altra, accusano i familiari.
LE LIVRE L’ombra del vento di Ruiz Zafon Carlos
www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=THEP70F9S2QMD
LE DVD UFC 54 Boiling Point
http://ufcstore.seenon.com/detail.php?p=7579
L’ÉMISSION TÉLÉ Doc3 – Quando le mani si parlano
www.raitre.rai.it/R3_popup_articolofoglia/0,6844,135^5140,00.html

19 giugno 2006

Appello per il NO al Referendum Costituzionale

Il 25 e 26 giugno si terrà il referendum sulla “riforma” della Costituzione voluta dalla destra.
Quella “riforma” riscrive ben 53 articoli della nostra Costituzione repubblicana: in pratica, la demolisce.
La possiamo bocciare votando NO.
Votiamo NO perché:
non accettiamo un Paese diviso, lacerato, paralizzato, discriminato ancor più tra Nord e Sud. Vogliamo un’Italia unita, dove i diritti siano uguali per tutti i cittadini, dove la solidarietà sia un valore fondamentale; e dove il federalismo sia un modo per avvicinare i cittadini agli Enti Locali e allo Stato, per dare a tutti una scuola e una sanità migliore.
Votiamo NO perché:
non vogliamo che il Presidente del Consiglio abbia poteri “assoluti”, che possa sciogliere la Camera dei Deputati a suo arbitrio. Vogliamo che il Parlamento eletto dal popolo abbia i poteri per tutelare i diritti e le libertà dei cittadini, che il Presidente della Repubblica sia un garante, rispettato ed autorevole, che la Corte Costituzionale sia autonoma.
Votiamo NO perché:
non accettiamo di mandare in soffitta i valori fondamentali e i diritti scritti nella nostra Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Vogliamo dare significato pieno a quei valori, allargare lo stato sociale, arricchire la convivenza civile, rafforzare le istituzioni, l’unità del nostro Paese e la nostra democrazia.
Votiamo NO perché:
non accettiamo che la Costituzione sia riscritta da una sola parte politica.
Vogliamo che ogni futura modifica legata a nuove esigenze dello Stato e della società sia coerente con i principi e i valori della Costituzione, sia sostenuta da una larga partecipazione e da un vasto consenso della società civile e delle forze sociali, sia approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza e sia confermata dai cittadini con il referendum.
Votiamo NO perché:
la riforma della destra ha un costo finanziario altissimo che pagheremo noi cittadini; non è né moderna né lungimirante. Noi invece vogliamo guardare al futuro.
www.referendumcostituzionale.org

18 giugno 2006

24/2006 - Buon compleanno Blog !

Non sono passati dieci anni da quando il software designer Jorg Barger usò per la prima volta il termine «weblog» (poi abbreviato in «blog»), che già si festeggia in tutto il mondo l’International Weblogger's Day, giunto nel 2006 alla terza edizione.
La data, 14 giugno, è stata scelta per ricordare il giorno del 1993 in cui nella sezione «What's New» del National Center for Supercomputing Applications Mosaic (antesignano dei browser del World Wide Web) apparve il primo prototipo degli attuali blog.
Da allora un’intera epoca sembra trascorsa e i blog, ormai decine di milioni in tutto il mondo, hanno modificato in profondità il concetto di informazione.


PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
L’ARTICLE Il principe e il manifesto. Autoritratto di un gentiluomo da "il manifesto" del 18 giugno 2006: 7 marzo 2005, si parla di Giuliana Sgrena. Ecco il testo della telefonata tra il principe Vittorio Emanuele di Savoia e il suo collaboratore Gian Nicolino Narducci.
Vittorio Emanuele: Senta, che casino che è venuto fuori, eh!
Narducci: ma di che, di cosa?
Vittorio Emanuele: Adesso guardi che quella lì.
Narducci: uhm.
Vittorio Emanuele: è meglio che non si faccia vedere in giro, eh! Quella che...
Narducci: chi è?
Vittorio Emanuele: quella merda lì che è stata, ehm, che ha fatto morire il nostro capo dei servizi segreti.
Narducci: ah sì! Quella lì è una merda! Comunista di merda quella lì!
Vittorio Emanuele: Le televisioni l’hanno distrutta! Le televisioni di Berlusconi e il Tg2.
Narducci: sì, sì, sì.
Vittorio Emanuele: l’hanno distrutta!
Narducci: ah sì?
Vittorio Emanuele: sì.
Narducci: ah sì, ah sì, mi fa, mi fa ridere, mi fa ridere Emilio Fede che ha detto che lei guardava dal finestrino e contava le pallottole che sparavano gli americani! (ride)
Vittorio Emanuele: e poi è meglio che non vada ad abbracciar la vedova: no, no. Glielo sconsiglio! (ride)
Narducci: (ride) comunque è una. Eh, ma guarda è una, sono merde quella gente lì! E’ gente che! Comunque non ci va più in Iraq, ha detto che non ci va più, eh!
Vittorio Emanuele: ma èmeglio che ci andasse, così la fan fuori!
Narducci: così la tolgono dai piedi, eh! Comunque!
Vittorio Emanuele: no, ma com si chiama quel giornale lì?
Narducci:il manifesto, il manifesto.
Vittorio Emanuele: hanno detto che era un agguato fatto dagli americani! Ma figuriamoci! Quel pezzo di merda di quella vecchia troia.
Narducci: (ride) Bisognerebbe, bisognerebbe portarla in una caserma di alpini e poi darla agli alpini che se la sollazzino!
Vittorio Emanuele: no, ma poi dopo la buttano giù! La buttan giù dalla montagna, morta, a pezzetti!
www.ilmanifesto.it
L’INFO Karzai nasconde un rapporto-bomba – Un documento dell’Onu accusa di “crimini contro l’umanità” politici e parlamentari che il presidente afgano ha “riciclato”. Ma Karzai rifiuta di pubblicarlo.
LE LIVRE Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy
www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/scheda.jsp?isbn=978880617967&ed=87
L’ADHÉSIF So many right-wing christians, so few lions www.bumperart.com/ProductDetails.aspx?SKU=2004110403&productID=18792
L’ÉMISSION TÉLÉ Daria
www.zapster.it/l.asp?l=/tfca/tfca56.asp

Appello per Margherita Hack senatrice


Noi esponenti della società civile italiana,di ispirazione laica e cattolica, ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano perché, nell'ambito delle sue prerogative costituzionali, valuti la possibilità di nominare Margherita Hack quale senatrice a vita.
Astrofisica di fama internazionale, formatrice di generazioni di scienziati e studiosi, divulgatrice instancabile della cultura scientifica, punto di riferimento immancabile
delle iniziative per la pace e diritti umani in Italia e nel Mondo Margherita Hack secondo noi incarna i valori fondanti la Costituzione repubblicana.
La sua figura rappresenta al meglio il nostro Paese.
Noi sottoscrittori di questo appello siamo convinti che la nomina di Margherita Hack a senatrice a vita darebbe enorme prestigio all'intera nazione e costituirebbe un segnale decisivo per le giovani generazioni con cui la Hack ha sempre lavorato e per cui rappresenta un esempio positivo di ottimismo e dedizione alla causa del progresso scientifico e umano.
Per aderire alla petizione basta mandare un messaggio all'indirizzo: permargheritasenatrice@virgilio.it scrivendovi semplicemente: "aderisco" e aggiungendo nome cognome e indirizzo (ed eventualmente professione o qualifica) di
uno o più sottoscrittori.

11 giugno 2006

23/2006 – L’Italia nel pallone

Le condizioni ideali ci sono tutte: l’ostilità di buona parte dei tifosi, la sensazione reale di un marciume infinito, la stampa che non aspetta altro che un fragoroso tonfo…
Auguriamoci allora una veloce e dolorosa eliminazione della squadra italiana da Germania 2006.
E un ritorno altrettanto veloce dell’attenzione pubblica verso tematiche e problematiche decisamente più importanti.
Per tifare contro l’Italia c’è sempre un motivo.


PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
L’ARTICLE Nel precipizio iracheno di Andrea Fabozzi da "il manifesto" del 6 giugno 2006: « Se è possibile è ancora più triste, fa ancora più male sapere che altri italiani sono stati colpiti in Iraq, ancora un morto e quattro feriti di cui uno molto grave, adesso che il ritiro delle truppe è una decisione presa. La strada del ritorno assomiglia sempre più a una via crucis. La decisione di chiudere con Nassiriya l’aspettiamo da anni come una liberazione. Intanto ci viene anticipata dal dolore di nuovi lutti. Quei militari che continuano a morire non dovevano essere lì. Li hanno ammazzati mentre scortavano un convoglio di soldati inglesi, e non dovevano essere lì. Come il sangue dei civili iracheni che muoiono a grappoli ogni giorno ci ricorda che la missione umanitaria è un inganno tragico e crudele, il sangue dei soldati italiani colpevolmente associati alla più sporca delle guerre di George W. Bush ci riporta al peso degli impegni del governo di centrosinistra. Impegni non ancora rispettati. Il ritiro dell’Iraqnon è una questione da affrontare con calma, dopo il buco di bilancio e il ponte di Messina. E’ la vera priorità per il semplice fatto che di occupazione si muore. Si uccide e si muore. […] » www.ilmanifesto.it
L’INFO Suv, per inquinare basta pagare di più – L’ipotesi del super bollo per i gipponi sfonda portiere aperte. L’idea del governo incassa l’apprezzamento di Legambiente, e ormai i Suv piacciono sempre meno, sia a destra che a sinistra. Pagare qualche euro in più però non scoraggerà gli automobilisti prepotenti e facoltosi, ma per l’Unione è ancora tabù parlare di divieto di circolazione nei centri storici.
LE BLOG Axteismo
http://nochiesa.blogspot.com
L’ÉMISSION TÉLÉ Niente di personale
www.la7.it/programmi.jsp?appr=true&id=16392
LE DVD Six Feet Under (quinta e ultima stagione) www.hbo.com/sixfeetunder/episode/season5/episode63.shtml
LES FILMS SUR PETIT ÉCRAN La Comunidad – Intrigo all’ultimo piano di Alex de la Iglesia
http://filmup.leonardo.it/sc_lacomunidad.htm
LA PLAGE Tiefenbrunnen a Zurigo http://www.tiefenbrunnen.ch/

04 giugno 2006

22/2006 - E' qui la festa ?

La Repubblica Italiana ha compiuto 60 anni.
Nata democratica, egualitaria e libera, come del resto sancito dalla Costituzione.
La ricorrenza del 2 giugno ha coinciso con l’inizio della campagna referendaria per difenderne lo spirito solidale, riaffermare l’unità del paese e ripudiare la guerra.
Appuntamento allora per il 25 e 26 giugno per votare un deciso NO alla Controriforma.


PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
L’ARTICLE Se anche questo è "giornalismo", oggi di Raffaele Mastroleonardo da "il manifesto" del 1° giugno 2006: " Chi è un giornalista? Quella che fino a poco tempo fa era una domanda poco più che retorica è diventata oggi, per qualcuno, un vero rompicapo. Complice l’irruzione sulla scena di un nuovo dirompente medium, l’Internet, e la diffusione di massa di tecnologie che consentono a chiunque di pubblicare analisi, opinioni e notizie, antichi monopoli sono andati in crisi. E con questi le distinzioni semantiche che ne discendevano e a cui ci eravamo abituati. […] Non sono il prestigio di un reporter o la supposta qualità dell’informazione, secondo la Corte (d'appello della California n.d.r.), a fare il "giornalista"; quel che conta è la funzione esercitata all’interno di una società che considera la libertà di pensiero uno strumento per il progresso: una funzione di diffusione di fatti e opinioni che, stimolando il dibattito pubblico, produce una selezione benefica delle idee. […] " www.ilmanifesto.it
L’INFO Figli per single e lesbiche – Sì all’inseminazione in Danimarca. Dopo un lungo dibattito, votata dalla sinistra e da una parte del centrodestra la legge che concede la procreazione assistita gratuita negli ospedali a donne single o omosessuali. Il paese si conferma così all’avanguardia in Europa per quanto riguarda i diritti civili. E mentre in Danimarca persino la destra si adegua ai cambiamenti della società civile, l’Italia si spacca su "pregiudiziali etiche" che nulla hanno a che fare col vero sentire di quella stessa società. Civile, appunto.
LE LIVRE Scelgo la Costituzione – No alla controriforma di autori vari : "L’ideologia della "grande riforma" ha rovesciato su noi, sostenitori della supremazia della Costituzione, l’accusa di conservatorismo, non nuova peraltro se cinquant’anni fa Piero Calamandrei ebbe a dire che oggi "di fronte alla Costituzione, i conservatori sono i veri sovversivi". Parole che suonano attuali e che ci spronano a una nuova legittimazione popolare della Carta costituzionale sottoposta ad azioni di discredito, ma ancora integra: se fossimo hegeliani, diremmo che lo spirito della Costituzione si è rivelato più saldo delle forze che l’hanno attaccato. Essendo più laici di Hegel, sappiamo che va sviluppato e consolidato un sentimento diffuso nella società di lealtà verso la Costituzione, unica garanzia della sua durata e vitalità ".
LE SITE WEB Megachip
www.megachip.info
LE BLOG Tom Online
www.tom-online.it
L’ÉMISSION TÉLÉ Star Trek Voyager
www.la7.it/programmi.jsp?appr=true&id=16196

LES FILMS SUR GRAND ÉCRAN
Dopo l’abbuffata dei 47 film visti al Festival di Cannes, una meritata pausa visiva.