VISIONI OBLIQUE

26 aprile 2009

17/2009 – Dimmi come mangi


La Regione Lombardia approva una normativa che per colpire gli arabi danneggia seimila attività artigianali cambiando la vita anche a chi frequenta abitualmente gelaterie, pasticcerie, pizzerie d’asporto, piadinerie e rosticcerie.
Si tratta delle nuove regole «per la vendita di alimenti destinati all’immediata consumazione» approvate dal consiglio regionale, dopo un muro contro muro tra maggioranza e opposizione durato mesi, che introducono una serie di divieti e restrizioni.
I promotori della legge anti-kebab parlano di strumentalizzazione da parte dei soliti facinorosi che, a loro volta, non hanno perso tempo nel creare gruppi di disobbedienza enogastronomica già scesi sui marciapiedi.
Dilaga il razzismo mascherato da delirio legalitario.

E la libertà tanto sbandierata dal “partito unico” ?
L’incertain regard se la prende comunque e continuerà a mangiare dove quando e come più gli aggrada.


NON C’E’ PIU’ RELIGIONE
Paolo Poli e l’elogio alla Chiesa : “L’unica cosa seria che abbiamo in Italia” (!!!)


L’incertain regard onorerà il week end del 1° maggio ritornando col post numero 19 fra due settimane.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran
Shooting Silvio di Berardo Carboni
State Legislature di Robert Wiseman
Parla con me “Puntata Zero”
UFC 96
, UFC 97

19 aprile 2009

16/2009 – Carta straccia


Giù le vendite, ancora più giù gli introiti pubblicitari.
Per le società editrici di quotidiani è stato un anno nero, con un picco negativo nell’ultimo trimestre. La Federazione Italiana Editori Giornali lancia un appello al governo per «evitare misure che aggravino la situazione» e per chiedere un rilancio del settore. Ma il sindacato e l’Ordine dei giornalisti non ci stanno e accusano la Fieg: «Dov’è la responsabilità quando tra gli editori c’è chi paga i precari anche un euro e tre centesimi ad articolo?»
Dopo il crollo dell’economia di carta ecco quello dell’editoria di carta.
Riduzione di foliazione e di organico, iniziando dai collaboratori esterni.
A farne le spese come al solito i giornalisti più deboli e meno tutelati.
L’incertain regard, pubblicista sui generis, al momento sopravvive, nonostante con sempre maggior frequenza pensi seriamente di appendere la penna al chiodo.
La visione di edificanti film come Fortapàsc e State of Play rallenta solo l’agonia.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-)) State of Play di Kevin Macdonald


Sur petit écran
UFC 93 , UFC 94 , UFC 95
Frozen River
di Courtney Hunt

12 aprile 2009

15/2009 – The Piano Tuner of Earthquakes


Terremoto? No, grazie!
L’incertain regard ha preferito stare alla larga dai teatrini della politica e del dolore che hanno imperversato sui piccoli schermi italiani.
E’ un dato di fatto, straniante ma pur sempre realistico: è sufficiente staccare la spina del televisore e anche la più vicina delle catastrofi assume connotati da tragedia lontana, da terzo o quarto mondo.
L’incertain regard non ha però potuto non notare che la libertà d'informazione è un bene sancito dalla Costituzione formale, ma sfigurato da quella berlusconiana.
Lo dimostra il virulento attacco che la politica, nei suoi massimi rappresentanti istituzionali e di governo ha sferrato contro la puntata di Anno Zero sul terremoto in Abruzzo.
Un avvertimento per tutti i giornalisti Rai, attenti tutti alle nuove nomine, o colpire Santoro per punirne altri cento?

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-)) La forteresse di Fernand Melgar


Sur petit écran
UFC 89 , UFC 90 , UFC 91 , UFC 92


E’ terminata la visione della prima stagione di United States of Tara e della terza stagione di Big Love.

05 aprile 2009

14/2009 – Feisbuc


Incontrare amici, organizzare iniziative anche politiche su Internet nell’illusione o nella speranza di alimentare e arricchire la propria «vita interiore». Il successo mondiale di Facebook è l’emblema delle potenzialità e dei limiti del «social networking».
L’autore dell’incertan regard si domanda, un giorno sì e l’altro pure, se sia il caso di proseguire questa esperienza. Nell’arrovellarsi si è imbattuto in illuminante scritto di Cinzia Arruzza e Felice Mometti dal titolo “Una repubblica fondata sul web” pubblicato su il Manifesto del 3 aprile, di cui si riporta questo edificante estratto.

[…] Il discorso che generalmente si accompagna ai social network tende a metterne in luce l’utilità dal punto di vista della facilitazione della comunicazione sociale e l’orizzontalità dello scambio di informazioni. Come in altri casi, anche «Facebook» tende a mostrarsi ammantato dell’aura della democrazia digitale: chiunque, nel rispetto delle condizioni di utilizzo, può creare un gruppo o una causa, chiunque può partecipare, esprimere un commento, pubblicare una nota, inviare informazioni alla rete di amici. «Facebook» può dunque essere utile per far circolare appelli, organizzare eventi, manifestazioni, propagandare contenuti. Non a caso uno degli esempi preferiti dei sostenitori liberal di «Facebook» è il ruolo che il social network ha svolto in occasione della campagna presidenziale di Barack Obama, tanto che ci si è persino spinti a dire che la vittoria dell’attuale presidente degli Stati Uniti difficilmente avrebbe potuto aver luogo senza il contributo fondamentale di «Facebook». Argomentazioni inoppugnabili, almeno finché non si prova a mettere in questione il tipo di comunicazione orizzontale che si ha di fronte. Come altri prodotti della tecnologia comunicativa, anche «Facebook» è tutt’altro che neutro; è anzi dotato di una connotazione ben precisa che ha a che vedere con lo specifico modo di produzione capitalistico, e in particolare con il processo di circolazione delle merci e con il feticismo che l’accompagna. La presunta comunicazione orizzontale è in realtà fortemente determinata da un complesso di regole rigide che hanno come risultato l’uniformazione e l’omogeneizzazione dello scambio comunicativo: qualsiasi contenuto (variabile dalla battuta su una foto, alla comunicazione di un appello, a un appuntamento in birreria, a una nota filosofica o una poesia) è appiattito su un medesimo registro e confinato a una zona grigia di impersonalità. «Facebook» è uno strumento di comunicazione che uccide la comunicazione nel momento stesso in cui la produce. È un’immensa catena di montaggio di produzione di parole private di un soggetto. Questa enorme circolazione di parole, di commenti, di note e di immagini non ha spesso altra ragione se non il desiderio di presenza, e dunque di esistenza in rete, indipendentemente dal contenuto della comunicazione, dal suo soggetto e dalla relazione reale tra i soggetti della comunicazione. […]

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran
:-/ Mostri contro alieni di Rob letterman e Conrad Vernon


Sur petit écran
UFC 86 , UFC 87 , UFC 88

Lectures de la semaine
Fantasie virili di Theweleit Klaus