VISIONI OBLIQUE

30 maggio 2010

21/2010 – Fine serie


Nell'economia dei palinsesti statunitensi il Memorial Week End rappresenta il giro di boa.
Con fine maggio, o giù di lì, le serie televisive mainstream danno l’arrivederci a settembre.
Non tutte però saranno presenti all’appello del Labour Week End.
La scorsa settimana l’America ha dato l’addio alla gimcana fantapolitica 24, al ruvido poliziesco Law & Order e all’esoterico Lost.
I rating più alti e i dibattiti più fantasiosi sono stati riservati al finale di quest’ultimo.
Un finale che però avremmo potuto scrivercelo da soli al termine della prima stagione.
Dopotutto J.J. Abrams e Lindelof avevano originariamente concepito Lost come una miniserie di 12 episodi: non ci sarebbero dovuti essere né Others, né gemelli immortali ma solo un gruppo di naufraghi su un'isola che (un po' come Solaris) materializzava i loro incubi.
Nessuna sorpresa quindi o originalità, ma soprattutto nessuna qualità, perché in Lost anche una fine banale poteva risultare bellissima se fatta bene.

Vita di redazione
Il dilemma della settimana : che differenza passa tra il brand e la griffe ?


VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran
Terminata la visione della prima stagione di V e FlashForward, della sesta di Desperate Housewives, della seconda di Fringe e della sesta e ultima di Lost.

Le website
Beautiful Agony, facettes de la petite mort
La vidéo
Fine mese

23 maggio 2010

63ème Festival de Cannes - jour 12

Apichatpong Weerasethakul, Palma d'oro – Photocall (AFP e Festival di Cannes)

Que reste-t-il de nos amours ?
E’ la malinconica e circostanziale domanda a un fine festival dove, in ragione d'una mezza dozzina e più di film visibili al giorno, le immagini finiscono per sovrapporsi, i dialoghi per accavallarsi e tutte le inquadrature fondersi in un nuovo personalissimo film onirico.
La coppia scoppiata di Blue Valentine, i poetici telescopi di Nostalgia de la luz, il menage-à-trois di Les amours imaginaires, la pallina da tennis nucleare di Countdown to Zero, l’icona dittatoriale di Autobiografia di Nicolae Ceausescu, i corpi sessuali di Kaboom, la nave da crociera di Filme Socialisme, la bestia nella giungla di Uncle Boonmee, i guantoni di Boxing Gym e la bara di Two Gates of Sleep.
Il più bel cast del mondo.

21 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 10

Beth Ditto - Montée des marches (AFP e Festival de Cannes)

La giornata mondiale contro l’omofobia, a cui il quotidiano Libération ha dedicato nell’edizione di lunedì 17 maggio la prima pagina e altre quattro di apertura (inimmaginabile da noi), ha coinciso con un dittico filmico dove il codice Kinsey
ovvero l’indice di «genere» nella sessualità da 0, etero imperituro, a 6, gay/lesbica convinti, ha avuto un ruolo di rilievo.
Kaboom è il film della notte, un college-movie scatenato in cui Gregg Araki gioca con le sue passioni camp di beach-movie con bagnini molto gay ma con moglie a casa, ragazze scatenate, coppie bisex (almeno), amanti gelose dotate di infernali poteri soprannaturali, cibo trash e musica indie. I tempi insomma dei primi anni Novanta di Doom Generationo di Nowhere. Ben ritrovato !
Les amours imaginaires del canadese (Quebec) Xavier Dolan (era alla Quinzaine lo scorso anno con J’ai tué ma mère) ha entusiasmato la stampa francese. Gli elementi ci sono tutti: glamour,musica, citazioni «tarantiniane» nel bel mondo di due trentenni, prima amicissimi (uno è lo stesso Xavier Dolan, l’altra è Monia Chokri) e che poi cominciano a odiarsi, quando incontrano il biondo Nicolas e fanno di tutto (colpi bassissimi) per conquistarlo. Ben tornato !

20 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 9

NaJamel Debbouze - Photocall - Hors La Loi (AFP e Festival di Cannes)


La politica deve invitarsi al cinema ? Si, è l’evidente risposta.
I politici devono invitarsi al dibattito cinematografico ? Perché no, sempre che non lo declinino a tornaconto personale e mantengano chiaro in testa la sua funzione primaria: dare, attraverso la finzione cinematografica ma anche il documentario, una visione personale del mondo e, all’occasione, suscitare il dibattito.
Onorevole che la municipalità di Cannes profitti dell’imminente proiezione di Hors la loi sulla Croisette per rendere omaggio “a tutte le vittime della guerra d’Algeria”. Discutibile se questo atto di memoria alimenti il terreno estremista.
Cannes deve essere, più di di tutti gli altri festival, un luogo di libertà d’espressione e condivisione. E più di tutte le altre la questione franco-algerina ha bisogno di un dibattito sereno per evacuare i suoi vecchi demoni che ancora l’infestano.
Il Festival deve rappresentare una rete di solidarietà per gli artisti che ne sono privati. La prova: quando Jill Jacob invita Jafar Panahi, imprigionato in Iran, a far parte della giuria, interpella direttamente il governo iraniano.
Quando Panahi ha iniziato qualche giorno fa lo sciopero della fame, i registi iraniani presenti a Cannes, Mohsen Makhmalbaf e Bahman Ghobadi, hanno ufficialmente trasmesso la loro inquietudine al responsabile del centro culturale iraniano a Parigi: Abbas Bakhtiari.
Se il messaggio passerà dalla Croisette a Theran, la politica avrà guadagnato in responsabilità.

Cannucce
:-) PICCO di Philip Koch
:-( REBECCA H. ( RETURN TO THE DOGS) di Lodge Kerrigan
:-) BOXING GYM di Frederick Wiseman
:-) LUNG BOONMEE RALUEK CHAT (ONCLE BOONMEE CELUI QUI SE SOUVIENT DE SES VIES ANTÉRIEURES) di Apichatpong Weerasethakul

19 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 8

Yun Jung Hee - Photocall - Poetry (AFP e Festival di Cannes)

Jafar Panahi ha iniziato lo sciopero della fame.
La notizia irrompe al Festival durante la conferenza stampa del film di Abbas Kiarostami, Copie conforme.
Una conferenza stampa iniziata dal regista iraniano con un accorato appello-difesa dopo che anche il quotidiano Liberation negli ultimi giorni, e più volte i suoi stessi colleghi in esilio, lo avevano attaccato per una sorta di disimpegno nel prendere posizione verso i vertici dell’Iran paese dove, tra l’altro, ancora vive. Kiarostami aveva iniziato dicendo di aver ricevuto una telefonata dalla moglie di Panahi, che al Festival Cannes è stato messo in segno di omaggio in giuria, da cui si aspettava buone notizie. Ma poi è stata prima una giornalista iraniana commossa (cosa che ha fatto riempire gli occhi di lacrime anche la protagonista del film Juliette Binoche) e poi il moderatore dell’incontro a confermare lo sciopero del cineasta.
Nell’appello il regista aveva anche ricordato, rivolgendosi ai suoi colleghi iraniani, come avesse già chiaramente preso posizione verso l’arresto non solo di Panahi, ma anche di Mohammad Rassoulof con una lettera aperta del 9 marzo 2010 sul New York Times, in cui rivendicava appunto, come si legge nel documento il fatto che questi due artisti appartengono alla cultura mondiale. «Convinto, si legge nell’appello, che una voce pietosa non sia vana, spero di non vedere più imprigionato un’artista per motivi legati alla sua arte, e di non vedere i giovani cineasti indipendenti sottomessi al disprezzo e alla discriminazione».

Cannucce
:-/ SOUND OF NOISE di Ola Simonsson & Johannes Stjärne Nilsson
:-) L’AUTRE MONDE di Gilles Marchand
:-/ UDAAN di Vikramaditya Motwane
:-)) BLUE VALENTINE di Derek Cianfrance
:-) TWO GATES OF SLEEP di Alistair Banks Griffin

18 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 7


Lambert Wilson - Photocall - Des Hommes et des Dieux (AFP e Festival di Cannes)

L'âge d'or.
101 e 21. Sono dunque 80 gli anni che separano il più anziano dal più giovane cineasta presenti nella Selezione Ufficiale. Manoel De Oliveira e Xavier Dolan hanno dopotutto dei punti in comune. Tutti e due girano velocemente, ovvero un film all’anno. Ovviamente il patriarca del cinema mondiale allinea una filmografia chilometrica mentre il giovane dal Quebec è solo al suo secondo lungometraggio. In ambedue i casi però gli anni non hanno nessun impatto ne sul talento ne sull’ardore cinematografico. Anzi, giovedì scorso, al Certain regard, L’étrange affaire Angelica ha dimostrato l’eterna giovinezza del regista portoghese. Mentre sabato Les amours imaginaires ha convinto il pubblico della maturità raggiunta del beniamino canadese.
Pochi comunque sono gli artisti che possono coniugare prodigio e maestria nella settima arte. Woody Allen (74 anni), Agnès Varda (82), Bertrand Tavernier (69), Mike leigh (67), Oliver Stone (63), Otar Iosselliani (76), Abbas Kiarostami (70), Ridley Scott (72), Jean-Luc Godard (80), Stephen Frears (68) lo sono. Tutti indistintamente fanno prova di una modernità che numerosi cineasti nella forza della loro età hanno già perso. Tutti indistinatamente usciti dal sessantotto.

Cannucce
:-))
AUTOBIOGRAFIA LUI NICOLAE CEAUSESCU (L'AUTOBIOGRAPHIE DE NICOLAE CEAUSESCU) di Andrei Ujica
:-)
CATERPILLAR di Koji Wakamatsu (visto al Marché)
:-)
SCHASTYE MOE (MON BONHEUR) di Sergei Loznitsa

17 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 6

Lucy Walker e l'equipe del suo documentario - Countdown To Zero (AFP e Festival di Cannes)

Godard alla fine non è arrivato a Cannes. Scompiglio nelle redazioni.
Il vecchio maestro non ha più voglia di venire, di apparire davanti alle telecamere delle tv che non trasmetteranno mai i suoi film, di rispondere alla massa di giornalisti che ormai vedono in lui un perfetto affabulatore per spettacolari conferenze stampa, di fare lo slalom tra auto di lusso e schiere di bionde abbronzate al sole rutilante delle cazzate. Insomma non ha voglia di vedersi in vetrina.
Evidentemente un duro colpo per Thierry Frémaux. La presenza di JLG avrebbe dovuto alimentare le news d’inizio settimana grazie anche a soggetti sulfurei come la petizione in favore di Polanski, da lui iniziata, o la Palestina, nazione senza immagini, che fa capolino nel suo nuovo film.
Godard, la leggenda, ha sempre fatto ombra ai suoi film. Assentandosi ci domanda di interrogare il suo Film Socialisme e di lasciarlo in pace.

Cannucce
:-) FILM SOCIALISME di Jean-Luc Godard
:-) CARANCHO di Pablo Trapero
:-) THE MITH OF THE AMERICAN SLEEPOVER di David Robert Mitchell
:-)) COUNTDOWN TO ZERO di Lucy Walker

16 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 5

Zhao Tao - Palais du Festival - I Wish I Knew (AFP e Festival di Cannes)

Non ci sorprende lo sguardo che Cannes ha rivolto agli sviluppi e alle conseguenze della crisi finanziaria a due anni dal crac delle borse. Lo ha fatto con tre film radicalmente differenti.
Innanzi tutto le proposte di Oliver Stone. Wall Street Money Never Sleep, si concentra sul cinismo del sistema bancario mondiale. Con un linguaggio tipicamente hollywoodiano, il film accusa, non i traders che passarono come capri espiatori, ma i baroni delle banche.
E’ stata poi la volta, nel programma speciale, di Inside Job di Charles Ferguson che si focalizza sulla corruzione generale, colpevole dell’affossamento dell’economia mondiale. Un documentario che dimostra la responsabilità incrociata di banche e dello stato americano.
Alla Quinzaine des réalisateurs Cleveland Versus Wall Street aggiunge un’altra testimonianza, molto più vicina ai comuni mortali questa volta. Il cineasta svizzero Jean-Stéphane Bron, mette in scena un processo fittizio: quello che gli abitanti di Cleveland hanno voluto intentare, nel 2008, contro una ventina di banche, colpevoli secondo loro di speculazioni immobiliari che hanno devastato la città. Un’opera più pedagogica che polemica.
Film più che mai contemporanei e necessari di questi tempi. Dopo il crac greco, le borse europee a picco, l’euro mai stato così basso e i soliti scandali di casa nostra…

Cannucce
:-) CLEVELAND VERSUS WALL STREET di Jean-Stéphane Bron
:-( LA CASA MUDA di Gustavo Hernández
:-/ HAI SHANG CHUAN QI (I WISH I KNEW) di JIA Zhangke
:-( OUTRAGE di Takeshi KITANO

15 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 4

Xavier Dolan, Monia Chokri, Niels Schneider - Photocall - Les Amours Imaginaires (AFP e Festival di Cannes)

Qual è il comun denominatore tra Rubber di Quentin Dupieux (la storia di un pneumatico) e La casa muda di Gustavo Hernandez, film d’orrore uruguaiano? La partecipazione a Cannes (uno alla Semaine de la critique, l’altro alla Quinzaine des réalisateurs) certamente, ma soprattutto un piccolo dispositivo non concepito per il cinema: ambedue i film sono stati infatti girati con una macchina fotografica, la Canon EOS 5D Mark II. Primi film e senza dubbio non gli ultimi.
Apparso alla fine del 2008, questo modello non è dunque una videocamera ma una vera macchina fotografica dotata di una funzione video concorrenziale alle videocamere HD. Video postati su Internet hanno fatto montare la curiosità, svelando immagini di una nitidezza e di un iperrealismo stupefacente.
Più dei fotografi sono i film maker che se ne sono impossessati. E non solo per film a basso budget come quelli citati: alcune sequenze di Largo Winch 2 (blockbuster atteso nel 2011) e un episodio intero di Dr. House sono stati girati con questo strumento delle meraviglie.

Cannucce
:-) LA MIRADA INVISIBLE di Diego Lerman
:-( THE HOUSEMAID di IM Sangsoo
:-)) LES AMOURS IMAGINAIRES di Xavier Dolan
:-) KABOOM di Gregg Araki
:-) RUBBER di Quentin Dupieux
:-/ SOMOS LO QUE HAY di Jorge Michel Grau

14 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 3

Christopher Ruiz Esparza, Diego Luna, Gerardo Ruiz Esparza - Photocall – Abel (AFP e Festival di Cannes)

Il presidente del Festival è nel suo elemento.
Un’onda di sei metri si abbatte sul litorale cinque giorni prima dell’apertura. Le ceneri del vulcano islandese perturbano nuovamente i cieli europei. Ken Loach è paracadutato in competizione a due giorni dall’inaugurazione. Il nuovo primo ministro inglese si chiama Cameron (non James, ma David). La polemica ha preso cittadinanza attorno ai film-telefilm di Olivier Assayas (Carlos) e Jean-Luc Godard (Film socialisme). Abbas Kiarostami è il bersaglio della protesta dell’associazione dei registi iraniani in esilio perché accusato d’intrattenere relazioni col regime della repubblica islamica. Anche la presenza di Nikita Mikhalkov in concorso ha prodotto una petizione a lui ostile sottoscritta da un centinaio di rappresentanti della cinematografia russa che lo accusa di gestire “in modo totalitario” l’Unione dei cineasti, di cui è presidente col patrocinio dell’amico Putin. Mentre Michael Cohen e Emmanuelle Beart cavalcano una pubblicità a tutta pagina su Libération per gridare forte e chiaro che Thierry Frémaux ha avuto paura del loro Ca commence par la fin, giudicato “troppo caldo per Cannes”.
Ed ecco che anche la crisi colpisce, in modalità Croisette. I film lasciano spazio a giganteschi cartelloni pubblicitari vantanti i meriti di Chivas, Martini o di Hewlet Packard. E quando la settima arte fa la sua promozione, è per meglio vendere il suo avvenire tecnologico, in 3D.
Niente panico Tim! La tua giuria può concentrarsi su qualche fondamentale. I fan del tappeto rosso si sono già installati con scalette e sedie di plastica davanti la scalinata mentre la critica ha scoccato le sue prime frecce sul film d’apertura.

Cannucce

:-) AURORA di Cristi Puiu
:-/ ABEL di Diego Luna
:-)) HOWL di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (visto al Marchè)
:-( CUCHILLO DE PALO di Renate Costa
:-/ CHATROOM di Hideo Nakata

13 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 2

101 anni e non sentirli !
Manoel De Oliveira con la moglie Maria Isabel Carvalhais - Photocall - O Estranho Caso de Angélica - (AFP e Festival de Cannes)


Un solo giorno e già una sensazione di routine sembra aver caratterizzato il Concorso che qualche maligno ha già paragonato alla piatta competizione di una qualunque Berlinale.
Un feeling che nemmeno il nuovo film di Ken Loach, Route Irish, aggiunto repentinamente e programmato per il prossimo lunedì, è riuscita a dissipare.
Ecco che allora quest’anno le sezioni parallele sembrano più che mai trasformarsi in ruolo di catalizzatore dell’attenzione cinefila.
In particolare la categoria Un certain regard (alla cui titolo s’ispira questo blog) sembra, edizione dopo edizione, trasformarsi in un concorso bis sovente ben frequentato.
Una delicata operazione di riequilibrio delle parti tra la grande e la piccola competizione che impegna gli organizzatori del festival col rischio, come sempre del resto, di infastidire coloro che si domandano cosa determini classificazione e gerarchie fra tutti gli eletti.
Quest’anno s’incroceranno due mostri sacri (Manoel De Oliveira e Jean-Luc Godard), due giovani autori della nouvelle vague rumena (Cristi Puiu e Radu Muntean), il franco tiratore statunitense Lodge Kerrigan, il cinese Jia Zhang-ke che ritrae Shanghai metropoli in perpetua trasformazione, il francese Fabrice Gobert che debutta con un film la cui colonna sonora è firmata dai Sonic Youth, ecc.
Lo sguardo è sempre più incerto.

Cannucce
:-) O ESTRANHO CASO DE ANGELICA (L'ETRANGE AFFAIRE ANGELICA) di Manoel De Oliveira
:-))) NOSTALGIA DE LA LUZ (NOSTALGIE DE LA LUMIERE) di Patricio Guzman
:-)) RESTREPO di Tim Hetherington e Sebastian Hunger (visto al Marché)
:-)) MARTI, DUPA CRACIUN (MARDI, APRES NOEL) di Radu Muntean

12 maggio 2010

63ème Festival de Cannes – jour 1

Il poster ufficiale della 63ima edizione: una creazione di Annick Durban da una foto di Juliette Binoche scattata da Brigitte Lacombe

Da oggi e per dodici giorni, 25.000 professionisti del cinema (centinaia di attori, un migliaio di registi, orde di produttori, venditori e acquisitori di film) e 4.000 giornalisti crederanno di essere al centro dell’attenzione del mondo intero.
E’ l’effetto più conosciuto, ma anche quello più risibile, dell’illusione che Cannes provoca sul narcisismo della “gente del cinema”.
Un’illusione a volte giustificata.
In effetti il Festival è un luogo magico, dove ciascuno vive e pensa al ritmo della settima arte e dove di rende omaggio a quelli che hanno fatto o faranno il successo del cinema.
Le giornate iniziate in una sala oscura termineranno il giorno dopo in un’altra sala.
La notte e il giorno si fondono…
Benvenuti al Festival di Cannes!

Cannucce
Cannes sa creare il desiderio a partire dai nomi. Parafrasando il campionato mondiale di calcio, qui si tifa per le grandi e le piccole squadre, raramente sugli habitués. Il festival fa così esistere i film ancor prima della loro proiezione. La selezione genera sempre effetti più forti della qualità dei titoli annunciati, anche se tutte le scelte sono significative. Ciò nonostante, checché se ne dica, tutti gli anni, i migliori film dell’anno sono presenti. Anche questa 63ima edizione. Buona visione.

09 maggio 2010

18/2010 – Cinema, mon amour


“Mi si noterà di più se ci vado o se non ci vado ?”
E’ il dilemma che deve aver attanagliato questa settimana Sandro Bondi, l’osservante ministro per i beni e delle attività culturali sempre presente ad ogni tribuna televisiva.
Alla cerimonia dei David di Donatello, gli Oscar de noartri, dove hanno protestato i Centoautori con un messaggio letto da Stefania Sandrelli portavoce del cinema italiano che comprende 250 mila lavoratori a rischio, senza normativa e senza finanziamenti pubblici, sotto ogni standard europeo, il più fedele amico del presidente del consiglio ha deciso di declinare l’invito ricevuto dagli organizzatori e ha preferito inviare in sua rappresentanza il suo sottosegretario. Ovviamente nessuna parola è stata da lui pronunciata a sostegno o incoraggiamento, né di prospettiva o avvertimento, neanche per pronunciare le solite frecciate (per non dire delle offese) con cui il governo è solito salutare i lavoratori del cinema, settore considerato parassitario.
Non soddisfatto lo scrupoloso Bondi ha deciso di saltare anche il Festival di Cannes per non incrociare Draquila, che non sarebbe un documentario d’arte ma, secondo il coscienzioso ministro-critico «una pellicola di propaganda». L’addolorato (e già semi-querelato dal governo) film indipendente di Sabina Guzzanti, sull’immane tragedia di L’Aquila e contro squali e corruttori, «offenderebbe la verità e l'intero popolo italiano». Critiche al ministro da parte di cineasti, opposizione, finiani e Jack Lang.

Ma questo attacco è solo l’ultimo atto del governo contro il nostro cinema critico e tutto il mondo della cultura.

Dal 12 al 23 maggio L’incertain regard trasloca sulla Croisette per seguire, con post quotidiani, il 63° Festival di Cannes

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran

:-) You Don’t Know Jack di Barry Levinson

QUESTO MESE SU KULT


FENOMENI
LA FINESTRA SENZA CORTILE

Dal diario sconcertante della baby prostituta Veronica Q all’universo parallelo di ChatRoulette, per le nuove generazioni il “solo per adulti” è roba d’altri tempi. Nuove
frontiere del voyeurismo contemporaneo, senza limiti
[…]
ONE SHOT
ALBA VUOLE DI PIÙ

Mantide scatenata nei motel dell’hinterland milanese, Alba Rohrwacher, nuovo volto del cinema italiano, si spoglia e ingrassa sei chili per diventare la musa sexy di Silvio
Soldini in Cosa voglio di più
[…]
CINEMA: RISING STAR
LE GIOIE DEL GIOVANE AARON

Aaron Johnson è maggiorenne. È tempo per lui di archiviare i ruoli di adolescente e affrontare personaggi cinematografici più duri. Lo vedremo presto indossare la calzamaglia di un supereroe politically incorrect in Kick-Ass, e catturare l’intelligenza e il sarcasmo di un giovane John Lennon nell’imminente Nowhere Boy diretto dall’artista, regista e sua compagna, Sam Taylor-Wood
[…]
Testi di Fausto Furio Colombo da Kult N.5 maggio 2010

02 maggio 2010

17/2010 – E’ la stampa, bellezza

Redazione con vista

L'incertain regard ha ripreso a pendolare verso Milano.
Quattro mesi all'interno di una redazione giornalistica per vedere l'effetto che fa.
Senza vincoli per ora si considererà questa opportunità non come un lavoro, ma come un'occasione per sfruttare del tempo imparando qualcosa che possa far scoprire se quella del giornalismo sia veramente la strada da perseguire nel prossimo futuro o che non lo sarà mai.
Dopo l’estate si vedrà…


Lectures de la semaine
MicroMega 4/2010 – L’inganno della sindone