VISIONI OBLIQUE

28 settembre 2008

39/2008 – Dilettanti allo sbaraglio


Via libera alla cordata italiana dell’inaffidabilità industriale.
Alzi la mano chi sarebbe disposto a viaggiare su un aereo gestito da gente come questa.
Una compagnia di sodali del premier in affari immobiliari chiamata per smantellare il sistema delle relazioni industriali in Italia.
Prove tecniche per la Confindustria che preme (Cisl, Uil e Ugl consenzienti) per la riforma del sistema contrattuale.
Un passaggio accettato e benvisto da qualsiasi partner internazionale che si troverà a gestire una società senza debiti, senza esuberi, senza lavoro sporco da fare, con contratti capestro per piloti, hostess e personale di terra.
Che sia Air France o Lufthansa, chiunque conosca il business aereo è a questo punto da preferire alla cordata italiana.
Si poteva fare di meglio, negli ultimi 15 anni.

VISIONS DE LA SEMAINE

Sur petit écran
L’emploi du temps di Laurent Cantet
Nazirock – Il contagio fascista tra i giovani italiani di Claudio Lazzaro
The Piano Tuner of Earthquakes dei Quay Brothers
Stop-Loss di Kimberly Peirce
Le cœur a ses raisons (stagione 2 Canada)

Lectures de la semaine
Diario di un fumatore di David Sedaris

24 settembre 2008

MANIFESTATEVI !

UNA NUOVA EMERGENZA BUSSA ALLE NOSTRE PORTE.
Ha qualcosa di simile alle tante dei nostri 37 anni di vita, perché sempre di bilanci in rosso si tratta. Ma è molto diversa da tutte le altre che l'hanno preceduta, perché stavolta non si tratta di raccogliere i soldi per sopravvivere ma di trovare le risorse per una battaglia di libertà che non riguarda solo noi. Quello che ci assumiamo e a cui vi chiediamo di partecipare è un compito tutto politico. I tagli ai finanziamenti per l'editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro, in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura» politica che, dall'alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale. Il meccanismo «tecnico» di questa controrivoluzione lo abbiamo spiegato tante volte in queste settimane (e continueremo a ricordarlo), ma il senso politico-culturale dell'operazione è una sorta di pulizia etnica dell'informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una mercé come tante altre. Ed è la filosofia che ha colpito in questi ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all'acqua. Noi ci batteremo con tutte le nostre forze e pubblicamente contro questa stretta: porteremo questo obiettivo in tutte le manifestazioni dell'autunno appena iniziato, stringeremo la cinghia come abbiamo imparato a fare in 37 anni di vita difficile ma libera, incalzeremo la politica e le istituzioni perché ne va della democrazia, spenderemo l'unico nostro patrimonio, cioè il nostro lavoro, per fornire il supporto giornalistico a questa battaglia di civiltà. E ci apriremo all'esterno ancor di più di quanto abbiamo fatto fino a oggi per raccogliere forze e saperi nuovi e capire come essere più utili a chi si oppone ai poteri che ci vogliono morti. Faremo tutto questo, come sempre e più di sempre. Ma oggi siamo di nuovo qui a chiedere aiuto ai nostri lettori e a tutti coloro che considerano un bene essenziale il pluralismo e la libertà d'informazione. A chiedervi di sostituire ciò che questo governo ci nega con uno sforzo collettivo. In un panorama politico e culturale disastrato, di fronte alla lunga sconfitta che in un ventennio ha smantellato la stessa idea di «sinistra», non ci rassegneremo alla scomparsa. Perché, a differenza del protagonista di «Buio a mezzogiorno» di Arthur Koestler, non crediamo che «morire in silenzio» sia una lodevole testimonianza finale. Se questo governo e i poteri che rappresenta vogliono chiuderci, noi vogliamo riaprire.
CON TUTTI VOI, PERCHE ALTRIMENTI E IMPOSSIBILE.
per saperne di più

21 settembre 2008

38/2008 – Carramba, che televisione !


E’ iniziato l’anno scolastico della nuova stagione televisiva dal palinsesto sempre più conforme e omogeneo al potere dominante.
L’aberrante duopolio italiano è ormai l’unica pedagogia nazionale di massa capace di trasmettere simboli, valori e modelli al popolino catodico.
Siamo rassicurati, anche per quest’anno il consolidato sistema prevede una Rai vecchia (riesumando perfino Raffaella Carrà o riciclando i filmati della vecchia televisione per Tutti pazzi per la tele) e una Mediaset sempre in tiro (nuove veline, nuovi reality firmati dalla De Filippi).
In attesa dei ritorni di Annozero e Report, ci accontentiamo delle inchieste di Riccardo Iacona tornato sul piccolo schermo con “La guerra infinita”.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-)) La rabbia di Pasolini di Giuseppe Bertolucci
L’ « ipotesi di ricostruzione della versione originale del film » che Pier Paolo Pasolini diresse nel 1963 per raccontarci i conflitti di classe dell'epoca e dare una risposta poetica e politica « alla scontentezza, all'angoscia, alla paura della guerra atomica ». Eretico.


Sur petit écran
Zero – Inchiesta sull’11 settembre di Franco Fracassi e Francesco Trento
Torchwood (stagione 2 UK)
Le cœur a ses raisons (stagione 1 Canada)

14 settembre 2008

37/2008 – Il buco nero


Altro che Big Bang al CERN di Ginevra, il vero buco nero è quello del revisionismo strisciante in cui è caduto questo paese.
« Rendiamo omaggio ai soldati di Salò che difesero la patria »; dopo le « revisioni » di Alemanno è il ministro La Russa a rivendicare le radici della destra italiana.
E lo fa l’8 settembre, di fronte al Presidente Napolitano e contro la sua difesa della Resistenza; ma anche questo è un segno dei tempi, della profonda trasformazione - e degenerazione - del nostro sistema politico. Se il fascista La Russa può permettersi di usare, da quel podio, « istituzionalmente », un linguaggio che negli ultimi anni aveva dovuto moderare e mascherare, se può dire quello che pensava e che pensa, è perché avverte che se lo può permettere.
Che si sono abbassate le difese immunitarie del paese rispetto a quella retorica e a quelle argomentazioni e che nel senso comune prevalente, la memoria di quegli eventi è ferita, neutralizzata, in ampia misura azzerata.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-( The Mummy: Tomb of the Dragon Emperor di Rob Cohen
La Cina è vicina. Anche per gli O’Connell, l’esuberante famiglia di archeologi che dopo le avventure all’ombra delle piramide egizie s’invola verso l’oriente estremo per combattere un risorto imperatore Dragone. Ma i colpi di scena e l’azione mozzafiato che dovrebbero essere un marchio di fabbrica della saga non incantano più nessuno. Soporifero.


Sur petit écran
Death in Venice di Luchino Visconti

07 settembre 2008

36/2008 – Anonimo veneziano


Sarà forse anche vero che quest’anno, artisticamente parlando, Marco Muller può guardare dall’alto in basso i suoi colleghi di Cannes, Berlino e Toronto.
Ciò non toglie però che la Mostra Cinematografica di Venezia continui, anno dopo anno, più o meno da Craxi in poi, ad essere luogo privilegiato dei poteri forti per verificare il livello del loro potere.
L’incertain regard ha smesso di frequentare il Festival di Venezia, che a differenza dei concorrenti, è legato a un’isoletta addormentata su antichi fasti vacanzieri d’élite che non avrà mai spazio, sale, risorse alberghiere e turistiche e nemmeno la voglia di accogliere migliaia di addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo.
Se Cannes, Berlino e Toronto sono fatti per vedere i film e fare acquisti, Venezia per tentar di capire lo stato e le tendenze del cinema, e purtroppo del nostro provincialismo, per farsi vedere.


VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-/ Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek
Il più turco dei registi italiani abbandona la premiata ditta Corsi-Romoli per adattare al grande schermo, con gratuite licenze omofobe e plot da fiction televisiva, l’omonimo romanzo della Mazzucco. Letterario.
:-) La terra degli uomini rossi - Birdwatching di Marco Bechis
Una tragedia etnica ambientata fra gli indios amazzonici Guarana-Kaiowa raccontata a volte in modo struggente a volte secondo refrain narrativi abusati. Il regista di Garage Olimpo torna nel “suo continente” portandosi dietro però due attori italiani spaesati. Ma gli attributi di Claudio Santamaria sono salvi. Transnazionale.
:-) Redbelt di David Mamet
Non il solito film sportivo dove ci si picchia dal primo all’ultimo minuto. Dopotutto alla regia c’è un drammaturgo di primo livello, non ché praticante di arti marziali, e dialoghi e contenuti ne risentono. Nonostante il finale forse un po’ troppo hollywoodiano, ma stavolta produce Sony. Onorevole.

Sur petit écran
Weeds (stagione 4 US)
Torchwood (stagione 1 UK)

Lectures de la semaine
Il capitale di Karl Marx