VISIONI OBLIQUE

30 marzo 2008

13/2008 - InsciAllam


Il vicedirettore del Corriere si converte alla religione cattolica.
Non neghiamo certamente a Magdi Allam il diritto a convertirsi al cattolicesimo; affari suoi.
Quello che c’indigna è il chiasso mediatico certamente previsto, anzi addirittura provocato.
Non ci aspettavamo certamente un battesimo celebrato addirittura dal papa, sotto gli occhi dei mass media di tutto il mondo.
Perché mai? Non sarebbe stato più serio un battesimo tranquillo nella normale parrocchia della normale
abitazione? Perché questa ostentazione?
La risposta, forse, dovrebbe far ricorso alla paura di scomparire e al desiderio di essere presenti in prima pagina.
Cogliamo l'occasione per invitarvi allo "sbattezzo".

L'incertain regard si prende una settimana di vacanza e tornerà col numero 15/2008.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur petit écran

1408 di Mikael Haftrom
Lars and the Real Girl di Craig Gillespie
UFC 70

LECTURES DE LA SEMAINE
Ciclopi di David Sedaris

23 marzo 2008

12/2008 - Lustro di guerra



20 marzo 2003 – 20 marzo 2008
Cinque anni di menzogne mentre il mondo è cambiato.
In Italia la sinistra cosiddetta radicale ha avuto nella guerra la prima forca caudina davanti alla quale piegarsi per fedeltà di coalizione, avviando la crisi in cui oggi si dibatte.
Messi insieme i partiti arcobaleno valgono il 13% ma pregano per l’8% e qualcosa vorrà dire.
Sì, il governo Prodi si è ritirato dall’Iraq, ma quando ormai lo prometteva anche Berlusconi.
E in questa campagna elettorale della guerra non si fa minuziosamente parola, è cosa remota.
Molto remota.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-)) Before the Devil Knows You're Dead (Onora il padre e la madre) di Sidney Lumet

Sur petit écran
An Incovenient Truth di David Guggenheim
Shaun of the Dead di Edgar Wright
Pink Narcissus di James Bidgood
UFC 66, UFC 67, UFC 68, UFC 69
LECTURES DE LA SEMAINE
Chi l’ha vista di Norma Rangeri

19 marzo 2008

L'ORCO


Dalla premessa che l’embrione è vita umana, l’Orco inferisce che l’aborto è omicidio e quindi va sospeso in tutto il mondo. A nulla vale ricordargli che l’aborto è moralmente giustificato quando in gioco c’è la salute della madre o l’embrione è gravemente malato; e che comunque spetta alla madre decidere: l’Orco si dice d’accordo con la 194, ma insiste (ci sono le elezioni) con gli effetti truculenti di cui è maestro. Per persuadere il lettore che la guerra in Iraq era giusta non esitò a pubblicare sul suo Foglio quattro pagine a colori di foto di ostaggi decapitati dai terroristi di Al Qaeda, anche se Saddam e l’Iraq non c’entravano nulla con Al Qaeda, e i terroristi che tagliavano teste erano la conseguenza di quella guerra. Grand Guignol retorico: dice che le donne non sono assassine (e intanto lo implica); accosta la pena di morte all’aborto (un déjà vu che ha una sua ironia tragica: all’Onu, questa strumentalizzazione fu usata da sei stati per opporsi alla moratoria della pena di morte. Erano Egitto, Libia, Iran, Sudan, Usa e Vaticano! ); si augura di avere la sindrome di Klinefelter (e chiede a sua moglie di pregare affinché gli esami clinici lo confermino, una richiesta che è tutta una poetica); invoca che tale sindrome sia cancellata dalla lista delle malattie che giustificano l’aborto (non c’è mai stata nessuna lista del genere); vuole seppellire i feti abortiti (che però non sono persone, e infatti la Chiesa non li battezza); affigge in tutt’Italia manifesti con la scritta «Abortisce per un reality» (notizia falsa ); si atteggia a convertito (ma un convertito senza carità è solo un inquisitore che sorveglia e punisce); fa una similitudine impropria fra libertà delle donne e demografia coatta in Cina (in realtà questa è contro quella); si supera col paragone osceno fra aborto e Shoah. Insomma una provocazione continua, un insistente marchiare con infamia. Poi si offende se lo contestano ai comizi, che sono il suo piccolo teatro dell’atroce (l’obbrobrio come anatomia politica: frugare nel corpo delle donne, disarticolarlo, ricomporlo, è al contempo un rituale di supplizio e una tecnica di potere). Infine trabocca: «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbe esserci lo slogan ’Abort macht frei’ così come all’ingresso di Auschwitz c’era scritto ’Arbeit macht frei’». E qui un lettore gli dà del fesso: aborto in tedesco si dice abtreibung. «Abort macht frei» significa «La latrina rende liberi».
Lo ritrovo dove l’avevo lasciato.
di Daniele Luttazzi da "il manifesto" del 19 marzo 2008

16 marzo 2008

11/2008 – S/M


«Trattamenti inumani e degradanti».
Si trattò di questo, quando, nel luglio del 2001 più di 200 persone furono vittime delle violenze psicologiche e fisiche commesse da rappresentanti delle forze dell’ordine e dal personale medico.
Con questa accusa i pm hanno chiesto 76 anni di carcere per i 44 imputati nel processo per le violenze della caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova.
Ma il delitto di tortura in Italia non esiste perché il nostro paese, dal 1984 fino al 2001, non ha recepito la Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura.
Pertanto i reati contestati sono violenza privata, falso ideologico, minacce, ingiurie.
Reati soggetti a prescrizione nel 2009.
Un tragico paradosso che depenna la violazione dei diritti umani a semplice «abuso di ufficio».

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-( 10,000 BC (10.000 AC) di Roland Emmerich

Sur petit écran
UFC 65

09 marzo 2008

10/2008 – No, we can’t


La Spagna si conferma zapaterista.
La Francia invece dà una lezione al partito e alle politiche di Sarkozy, con la riscossa dei socialisti alle amministrative.
Walter Veltroni ha commentato i primi dati sulle elezioni politiche in Spagna dicendo che, «mettendo insieme il voto spagnolo e quello amministrativo francese si può dire, anche con uno sguardo agli Usa, che comincia a spirare un vento nuovo».
Peccato abbia dimenticato d'issare la vela alla barca del suo Piddì.

VISIONS DE LA SEMAINE

Sur petit écran
Redacted di Brian De Palma
Prison Break – 3a stagione, episodi 10, 11, 12 , 13
Lost – 4a stagione, episodi 1, 2, 3, 4, 5

Sur You Tube
Frozen Grand Central

02 marzo 2008

09/2008 – Superstizioni


Mai toccarsi i genitali per strada: rischia infatti una multa chi fa questi gesti “indecenti” davanti ad altri anche se la li fa solo per “scaramanzia”.
L'invito all'educazione e alla decenza arriva dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 8389 di lunedì 25 febbraio, ha confermato 200euro di multa nei confronti di un 42enne comasco che “sulla pubblica via si toccava vistosamente i genitali (da sopra i vestiti)”.
L'uomo era stato condannato dal tribunale di Como l'11 maggio dello scorso anno. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il gesto da lui “effettuato, equiparato a un grattamento, non era nient'altro che un movimento compulsivo e involontario, probabilmente finalizzato alla sistemazione della tuta da lavoro”.
La terza sezione penale della Suprema corte non ha condiviso questa tesi e, dichiarando inammissibile il ricorso, ha messo nero su bianco che “il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio”.
Meglio, dunque, fare gli scongiuri a casa propria ?
Una cosa è certa: nel nostro paese c'è un bizzarro concetto di “decenza”.
E anche un'altra: alla Corte di Cassazione hanno un sacco di tempo libero.


VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran

:-( Jumper di Doug Liman
:-)) Into the Wild (Into the wild – Nelle terre selvage) di Sean Penn

Sur petit écran
A Very British Gangster di Donal MacIntyre
Superstar: The Karen Carpenter Story di Todd Haynes
The L word (4a stagione)