VISIONI OBLIQUE

30 agosto 2009

35/2009 – Videocrazia

Guarda il trailer vietato da Rai e Mediaset
Assistendo all’impressionante sequenza di assalti portati dal capo del governo al mondo dell’informazione e al diritto dei cittadini di conoscere vicende di rilevanza pubblica, vorremmo non essere rientrati in Italia.
In una sola settimana, che ha fatto seguito al ritorno dalla pausa estiva, siamo stati testimoni allibiti delle manovre contro RaiTre (Annozero, Report e Che tempo che fa nel mirino), del Tg3 sotto processo, del pestaggio mediatico al quale il quotidiano di famiglia ha sottoposto il direttore di Avvenire, della richiesta di risarcimento danni per un milione di euro al gruppo l’Espresso per le dieci domande che La Repubblica ha pubblicato «ripetutamente» e «per più di sessanta giorni» rivolgendole pubblicamente al presidente del consiglio…
Ma il capolavoro dell’assurdo si è materializzato con la censura degli spot del film Videocracy (che la stampa svedese ha definito “l’horror movie dell’anno”, in mostra nella vetrina cinematografica di Venezia e dal 4 settembre in sala) proibiti su Rai (non è informato al principio del contraddittorio che deve essere rispettato anche in periodo non elettorale) e Mediaset (perché lesivo delle prerogative della tv commerciale).
Informazione, intrattenimento, pubblicità: il cerchio si chiude.

L’incertain regard ha visitato Djerba, mentre il prossimo week end osserverà il Folsom Europe a Berlino. Ritornerà col numero 37 il 13 settembre.

VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran
:-)) Marching Band di Claude MIller
:-) Sunshine Cleaning di Christine Jeffs
:-)) Public Enemies di Michael Mann


Sur petit écran
Election di Alexander Payne
The Hurt Locker di Kathryn Bigelow
Tonari no Totoro di Hayao Myiazake
Terminata la visione della prima stagione di Nurse Jackie e della quinta di Weeds, iniziata la terza di Mad Men

27 agosto 2009

AUJOURD'HUI DANS TÊTU.COM


«Rome n'est pas une ville homophobe» se défend son maire
Samedi, deux gays qui s'embrassaient ont reçus des coups de couteau. Un sympathisant fasciste a été arrêté. Depuis, Giovanni Alemanno multiplie les initiatives pour rassurer les homos romains. Mission difficile: la nuit dernière un incendie apparemment criminel ravageait un club gay.
La violente agression homophobe qui a eu à Rome dans la nuit de vendredi à samedi dernier a suscité une vive émotion dans la communauté LGBT italienne. Deux jeunes hommes qui sortaient du Gay village (une scène festive et culturelle implantée pour l'été au sud de Rome) et qui s'embrassaient ont été attaqués par un homme qui les a d'abord invectivés avant de casser une bouteille sur la tête de l'un et de donner des coups de couteau à l'autre. Hospitalisé pour de sérieuses blessures au ventre, le jeune Dino est toujours en observation même s'il semble sorti d'affaire. L'agresseur, un ex-boxeur bien connu de la justice pour des affaires de vols, de violences et de drogue, et sympathisant d'extrême-droite, a été interpellé mardi. Surnommé «Svastichella» (petit svastika, petite croix gammée), il se serait notamment vanté dans son quartier d'être «un vrai fasciste, qui hait les homosexuels»...
«Repousser l'intolérance»
Face à l'émoi suscité par ce geste de haine, le maire de droite de la capitale italienne, Giovanni Alemanno (photo), a voulu rencontrer les associations LGBT locales. «Une rencontre positive» selon les représentants de la communauté homo de la ville. Le premier citoyen a, en effet, déclaré «repousser en bloc toutes les formes d'intolérance, même celles sexuelles» et de «faire tout le nécessaire pour éviter d'autres épisodes analogues». Serait-il donc absurde de parler d'une Rome homophobe comme l'on fait plusieurs médias dernièrement ? «L'idée qu'une administration de centre-droit puisse contribuer à faire augmenter l'intolérance sexuelle dans la ville est une théorie uniquement idéologique et propagandiste », a-t-il assuré. Difficile, cependant, de ne pas évoquer une recrudescence des actes homophobes dans la capitale italienne. La nuit dernière encore, le Qube, club romain célèbre pour sa soirée gay Muccassassina a été partiellement détruit par un incendie d'origine apparemment criminel. Heureusement, il était fermé pour travaux.
Marche le 10 octobre

En plus de promettre une visite au Gay Village, M. Alemanno a garanti l'adoption de mesures concrètes concernant la sécurité, comme la création d'un observatoire sur les discriminations liées à l'orientation sexuelle financé par la municipalité et géré par les associations LGBT, et l'augmentation de caméras de surveillance et de forces de police autour des établissements homos. Au niveau politique le maire s'est enfin engagé à soutenir le projet de loi concernant le délit d'homophobie, présenté par Paola Concia, députée lesbienne du Parti démocrate (PD), enlisé depuis presque un an au sein de la Commission justice de la Chambre des députés. Et pour répondre à l'escalade des agressions homophobes, de plus en plus nombreuses sur le territoire national et documentées par un rapport détaillé présenté au Président du Parlement italien le 17 mai dernier, la principale association italienne de défense des droits homos, ArciGay, organisera une marche dans les rues de la capitale le 10 octobre pour défendre les droits et la dignité des personnes LGBT.
par Fausto Furio Colombo pour Têtu.com de jeudi 27 août 2009, à 11h16

24 agosto 2009

LA RENTRÉE

Indubbiamente l'immagine dell'estate 2009 : l'esplosiva esultanza del tedesco Robert Harting dopo aver vinto la medaglia per il lancio del disco ai XII Campionati Mondiali di Atletica Leggera di Berlino (video)

UN ESPLOSIVO TRANQUILLO AUTUNNO
Credo che succederà questo. Che in settembre-ottobre avremo 700-800 mila posti di lavoro in meno (un impoverimento per alcuni milioni di persone). Che taglieranno fondi alle università con metodi furbetti parlando di merito e di efficientismo. Che aumenteranno le tasse universitarie. Che i terremotati de L’Aquila non avranno nuove case, con l’eccezione di una minuscola quota da mostrare in apertura di Tg1 e Tg5. Che i precari passati da “reddito poco” a “reddito zero” diventeranno un esercito. Che la crisi servirà a giustificare l’ennesima mattanza sociale. Insomma, credo che succederà quel che tutti dicono debba succedere: paura e casino. Per una volta non è peregrino misurare la società con i meccanismi della domanda e dell’offerta: la domanda è molto forte. Domanda di stabilità, di difesa dalla crisi, di qualità dell’offerta scolastica. Domanda di uscire dalle tende. Domanda di arrestare l’erosione di reddito e di diritti. Domanda di dignità per il paese (vero, papi?). Domanda di fermare la ristrutturazione feroce attuata con la scusa della crisi. La domanda non manca, ma l’offerta è inesistente. Credo che succederà questo, che quando salterà il tappo non capiremo al volo. Ci siederemo lì a leggere, che so, le pagelle della signorina Serracchiani. O annuiremo al vecchio buon senso progressista di Bersani su musica di Vasco. O commenteremo le astute strategie dalemiane di apertura all’Udc. O leggeremo come fondi di caffè le elucubrazioni di partitini inconcludenti che prendono il tre per cento se si presentano insieme e il tre per cento a testa se si presentano divisi, miracolo dell’aritmetica comunista. Credo che ci siederemo comodi, tristi ma dignitosi. E quando comincerà a volare qualche sasso, e qualche schiaffone farà sciak!, ci chiederemo esterrefatti: ehi, come? Cosa? E dovremo reimparare da capo a scrivere e pronunciare la parola “conflitto”. E sarebbe anche ora.
di Alessandro Robecchi da "il manifesto" del 26 luglio 2009

04 agosto 2009

QUESTO MESE SU KULT

CITIZEN CANNES
SESSUALITA' E RELIGIONE, TALENTI DAL MEDIO ORIENTE, COMMEDIE COME ANTIDOTO ALLA CRISI E FAR EAST COME NON LO AVEVAMO MAI VISTO. SONO LE PELLICOLE INNOVATIVE E CORAGGIOSE PRESNETATE AL 62° FESTIVAL DI CANNES, IN ARRIVO SUI NOSTRI SCHERMI SUBITO DOPO LE VACANZE ESTIVE

Come nessun altro festival, Cannes gioca un doppio ruolo: geopolitico e simbolico, raccontato da pellicole libere, innovative e coraggiose. Come ha detto il regista (e teorico del cinema) Alain Resnais, lucido, generoso e contro corrente come sempre, «il cinema mondiale è oggi senza alcun dubbio più creativo che mai». Film accomunati da una nobile missione, scrutare il reale nei suoi recessi geografici e sociali, tra etnografia e finzione da (re)inventare. Titoli che, al di là delle Palme d’Oro, si candidano a strumento principe per osare, sperimentare e comunicare.
SEX & RELIGION
Un prophète, di Jacques Audriad, violentato in carcere qui; un macellaio etero ebreo ortodosso che si tuffa in un’impossibile passione omosex (Eyes Wide Open di Haim Tabakman) là. Poi un carico di sevizie sessuali perpetrate sotto il segno dell’autorità protestante di un padre medico (Il nastro bianco di Michael Haneke, vincitore della Palma d’Oro). O ancora l’eroe, ma anche eroina, di Morire come un uomo di Joao Pedro Rodrigues, travestito portoghese cattolico e credente, attanagliato dal dubbio teologico quando si tratta di cambiare la sua natura maschile nel corpo di una donna… La sessualità è stata, come spesso accade, al centro delle rappresentazioni cinematografiche percepite sulla Croisette. La novità è l’assalto del sesso alle questioni religiose. A scapito di Dio, piuttosto che il contrario. Ma il sesso gioca, sempre più spesso, anche un ruolo di leva politica (Notti d’ebbrezza primaverile di Lou Ye) e d’indice rivelatore sociale (Fish Tank di Andrea Arnold), quando non si trasforma in una forma di culto di se stesso (Le Roi de l’evasion di Alain Guiraudie).
CRONACHE DAL MEDIO ORIENTE
Peggio vanno le cose, più numerose sono le cose da vedere. È il paradossale messaggio
inviatoci, quest’anno, dal medio oriente. Dall’Iran a Israele, passando per la Palestina,
siamo in un territorio complesso e ricco di talenti. È da Teheran che arriva la sorpresa migliore: Non si sa nulla dei gatti persiani di Barman Ghobadi. Ciò che mostra il regista curdo è un film sull’eclettica gioventù underground locale, qualcosa d’inedito, di coraggioso e allegro. D’Israele era noto quanto il suo cinema potesse diventare vigoroso quando la società che documenta entra in crisi. Jaffa, col suo mondo di gente comune raccontata da Keren Yedaya e Ajami di Scandar Copti e Yaron Shani, noir girato con grande sforzo organizzativo nell’ambiente arabo, lo confermano. La Palestina, infine, si afferma nel cinema quanto più è segregata nel limbo geopolitico. In The Times that Remains, Elia Suleiman fa mostra di una pienezza di racconto inedita. Mentre Cherien Dabis con Amreeka incarna una promessa di sapore globale.
A COLPI DI COMMEDIA
Generalmente mal quotato sul registro del divertimento, il Festival di Cannes ha accolto
quest’anno un gruppo imponente di commedie. Dimostrazione che in un periodo di crisi tutti i tentativi per scacciare la malinconia dilagante beneficiano di un’accoglienza favorevole, tanto che tutte le sezioni presentavano almeno un titolo ad hoc. Il via lo ha dato Up, il nuovo Pixar da guardare con gli occhiali 3D scelto per inaugurare la kermesse. A seguire il concorso, con Taking Woodstock di Ang Lee che affronta ancora il tema dell’omosessualità raccontandoci la storia vera di Elliot Tiber, uno dei promotori del famoso festival, e Inglourious Basterds di Quentin Tarantino, imbastito come una commedia, astuta per alcuni, pestifera per altri. Ma è stata alla Quinzaine des réalisateurs che le sorprese migliori attendevano gli appassionati della buffonata: I Love You Phillip Morris con Jim Carrey e Ewan McGregor molto ispirati nel ruolo di gay scatenati, la black comedy J’ai tué ma mère del canadese Xavier Dolan, il multipolare Humpday di Lynn Shelton, e Les beaux gosses di Riad Sattouf che, già autore del fumetto omonimo, ha sedotto pubblico e critica declinando alla francese il caustico genere del teen movie.
L’ORIENTE PARLA L’ARGOT
Un forte e intenso vento asiatico ha soffiato su Cannes, più ancora che gli anni scorsi. Fra i nomi di spicco il coreano Park Chan-wook, l’autore della trilogia della vendetta, che con Thirst racconta di un sacerdote trasformatosi in vampiro al rientro da una missione africana. Hong Kong era presente con Johnnie To e Vengeance, dichiarato omaggio al cinema di Melville e al polar francese in genere dove la rockstar e attore transalpino Johnny Hallyday interpreta un killer che, in una Hong Kong cupa e piovosa alla Blade Runner, cerca vendetta. Francia e oriente è stato un binomio presente anche in Visage del taiwanese Tsai Ming-liang con Fanny Ardant e Jeanne Moreau interpreti di un’opera ambientata al Louvre e che racconta l’eterna variazione di Salomè (qui Laetitia Casta). L’intreccio esagono e arcipelago del Sol Levante si sviluppa infine in Enter the Void, del francese Gaspar Noé, discesa nel vuoto spinto della stroboscopica Tokyo e nelle allucinazioni della droga; film che possiede un buon grado di delirio visivo anche al supporto architettonico della capitale giapponese.

(di Fausto Furio Colombo da Kult N.07/08 luglio-agosto 2009)

02 agosto 2009

31/2009 – Uccellacci e uccellini


Un sottotitolo alleggerito e una descrizione del profilo rinnovata.
Due lifting minimali per un blog che compie questo mese quattro anni di esistenza e che si accinge ad andare in vacanza per tornare, abbronzato e rinvigorito, il 27 agosto col post corrispondente alla settimana numero 35.
Nel contempo L'incertain regard ha deciso di concludere la breve esperienza in Facebook.
Non perché si sia stancato di poke, richieste di amicizia da sconosciuti e messaggi indesiderati (dopotutto è sufficiente limitarli se non addirittura azzerarli innalzando il grado di privacy del proprio profilo), ma perché terribilmente annoiato dall’essere informato in modo così assiduo, e a volte fastidioso, del vissuto quotidiano altrui.
Sembra che ora vada di moda Twitter, un po’ per gli eventi occorsi in Iran e un po’ per altro; pare che se ne parli davvero molto in questi giorni.
Ma 140 caratteri non crediamo siano sufficienti per esporre una idea che valga la pena di essere condivisa, o comunque farlo sarebbe faticosissimo.
Montaigne ha detto "Ti ho scritto una lettera lunga perché non avevo tempo di scriverne una breve": una considerazione molto calzante.
Essere iper-connessi con chicchessia per comunicare in tempo reale una passione, un pensiero, o più semplicemente ciò che ci accade ? No, grazie !
Se L’incertain regard ha qualcosa da far sapere al pubblico la blogga, se è qualcosa di più riservato la comunica direttamente agli interessati.
E per le emergenze ? E’ sempre a disposizione il 113, oppure il 112 ma anche il 115, il 116, il 117 e il 118.

VISIONS DE LA SEMAINE

Sur petit écran

Star Trek Deep Space Nine (quinta stagione US)
Torchwood (terza stagione UK)
Koroshiya1 di Takashi Miike
Nightmare Detective di Shinya Tsukamoto