36/2008 – Anonimo veneziano

Sarà forse anche vero che quest’anno, artisticamente parlando, Marco Muller può guardare dall’alto in basso i suoi colleghi di Cannes, Berlino e Toronto.
Ciò non toglie però che la Mostra Cinematografica di Venezia continui, anno dopo anno, più o meno da Craxi in poi, ad essere luogo privilegiato dei poteri forti per verificare il livello del loro potere.
L’incertain regard ha smesso di frequentare il Festival di Venezia, che a differenza dei concorrenti, è legato a un’isoletta addormentata su antichi fasti vacanzieri d’élite che non avrà mai spazio, sale, risorse alberghiere e turistiche e nemmeno la voglia di accogliere migliaia di addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo.
Se Cannes, Berlino e Toronto sono fatti per vedere i film e fare acquisti, Venezia per tentar di capire lo stato e le tendenze del cinema, e purtroppo del nostro provincialismo, per farsi vedere.
VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran
:-/ Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek
Il più turco dei registi italiani abbandona la premiata ditta Corsi-Romoli per adattare al grande schermo, con gratuite licenze omofobe e plot da fiction televisiva, l’omonimo romanzo della Mazzucco. Letterario.
:-) La terra degli uomini rossi - Birdwatching di Marco Bechis
Una tragedia etnica ambientata fra gli indios amazzonici Guarana-Kaiowa raccontata a volte in modo struggente a volte secondo refrain narrativi abusati. Il regista di Garage Olimpo torna nel “suo continente” portandosi dietro però due attori italiani spaesati. Ma gli attributi di Claudio Santamaria sono salvi. Transnazionale.
:-) Redbelt di David Mamet
Non il solito film sportivo dove ci si picchia dal primo all’ultimo minuto. Dopotutto alla regia c’è un drammaturgo di primo livello, non ché praticante di arti marziali, e dialoghi e contenuti ne risentono. Nonostante il finale forse un po’ troppo hollywoodiano, ma stavolta produce Sony. Onorevole.
Sur petit écran
Weeds (stagione 4 US)
Torchwood (stagione 1 UK)
Lectures de la semaine
Il capitale di Karl Marx
Ciò non toglie però che la Mostra Cinematografica di Venezia continui, anno dopo anno, più o meno da Craxi in poi, ad essere luogo privilegiato dei poteri forti per verificare il livello del loro potere.
L’incertain regard ha smesso di frequentare il Festival di Venezia, che a differenza dei concorrenti, è legato a un’isoletta addormentata su antichi fasti vacanzieri d’élite che non avrà mai spazio, sale, risorse alberghiere e turistiche e nemmeno la voglia di accogliere migliaia di addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo.
Se Cannes, Berlino e Toronto sono fatti per vedere i film e fare acquisti, Venezia per tentar di capire lo stato e le tendenze del cinema, e purtroppo del nostro provincialismo, per farsi vedere.
VISIONS DE LA SEMAINE
Sur grand écran
:-/ Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek
Il più turco dei registi italiani abbandona la premiata ditta Corsi-Romoli per adattare al grande schermo, con gratuite licenze omofobe e plot da fiction televisiva, l’omonimo romanzo della Mazzucco. Letterario.
:-) La terra degli uomini rossi - Birdwatching di Marco Bechis
Una tragedia etnica ambientata fra gli indios amazzonici Guarana-Kaiowa raccontata a volte in modo struggente a volte secondo refrain narrativi abusati. Il regista di Garage Olimpo torna nel “suo continente” portandosi dietro però due attori italiani spaesati. Ma gli attributi di Claudio Santamaria sono salvi. Transnazionale.
:-) Redbelt di David Mamet
Non il solito film sportivo dove ci si picchia dal primo all’ultimo minuto. Dopotutto alla regia c’è un drammaturgo di primo livello, non ché praticante di arti marziali, e dialoghi e contenuti ne risentono. Nonostante il finale forse un po’ troppo hollywoodiano, ma stavolta produce Sony. Onorevole.
Sur petit écran
Weeds (stagione 4 US)
Torchwood (stagione 1 UK)
Lectures de la semaine
Il capitale di Karl Marx
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