63ème Festival de Cannes – jour 3

Il presidente del Festival è nel suo elemento.
Un’onda di sei metri si abbatte sul litorale cinque giorni prima dell’apertura. Le ceneri del vulcano islandese perturbano nuovamente i cieli europei. Ken Loach è paracadutato in competizione a due giorni dall’inaugurazione. Il nuovo primo ministro inglese si chiama Cameron (non James, ma David). La polemica ha preso cittadinanza attorno ai film-telefilm di Olivier Assayas (Carlos) e Jean-Luc Godard (Film socialisme). Abbas Kiarostami è il bersaglio della protesta dell’associazione dei registi iraniani in esilio perché accusato d’intrattenere relazioni col regime della repubblica islamica. Anche la presenza di Nikita Mikhalkov in concorso ha prodotto una petizione a lui ostile sottoscritta da un centinaio di rappresentanti della cinematografia russa che lo accusa di gestire “in modo totalitario” l’Unione dei cineasti, di cui è presidente col patrocinio dell’amico Putin. Mentre Michael Cohen e Emmanuelle Beart cavalcano una pubblicità a tutta pagina su Libération per gridare forte e chiaro che Thierry Frémaux ha avuto paura del loro Ca commence par la fin, giudicato “troppo caldo per Cannes”.
Ed ecco che anche la crisi colpisce, in modalità Croisette. I film lasciano spazio a giganteschi cartelloni pubblicitari vantanti i meriti di Chivas, Martini o di Hewlet Packard. E quando la settima arte fa la sua promozione, è per meglio vendere il suo avvenire tecnologico, in 3D.
Niente panico Tim! La tua giuria può concentrarsi su qualche fondamentale. I fan del tappeto rosso si sono già installati con scalette e sedie di plastica davanti la scalinata mentre la critica ha scoccato le sue prime frecce sul film d’apertura.
Cannucce
:-) AURORA di Cristi Puiu
:-/ ABEL di Diego Luna
:-)) HOWL di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (visto al Marchè)
:-( CUCHILLO DE PALO di Renate Costa
:-/ CHATROOM di Hideo Nakata
Un’onda di sei metri si abbatte sul litorale cinque giorni prima dell’apertura. Le ceneri del vulcano islandese perturbano nuovamente i cieli europei. Ken Loach è paracadutato in competizione a due giorni dall’inaugurazione. Il nuovo primo ministro inglese si chiama Cameron (non James, ma David). La polemica ha preso cittadinanza attorno ai film-telefilm di Olivier Assayas (Carlos) e Jean-Luc Godard (Film socialisme). Abbas Kiarostami è il bersaglio della protesta dell’associazione dei registi iraniani in esilio perché accusato d’intrattenere relazioni col regime della repubblica islamica. Anche la presenza di Nikita Mikhalkov in concorso ha prodotto una petizione a lui ostile sottoscritta da un centinaio di rappresentanti della cinematografia russa che lo accusa di gestire “in modo totalitario” l’Unione dei cineasti, di cui è presidente col patrocinio dell’amico Putin. Mentre Michael Cohen e Emmanuelle Beart cavalcano una pubblicità a tutta pagina su Libération per gridare forte e chiaro che Thierry Frémaux ha avuto paura del loro Ca commence par la fin, giudicato “troppo caldo per Cannes”.
Ed ecco che anche la crisi colpisce, in modalità Croisette. I film lasciano spazio a giganteschi cartelloni pubblicitari vantanti i meriti di Chivas, Martini o di Hewlet Packard. E quando la settima arte fa la sua promozione, è per meglio vendere il suo avvenire tecnologico, in 3D.
Niente panico Tim! La tua giuria può concentrarsi su qualche fondamentale. I fan del tappeto rosso si sono già installati con scalette e sedie di plastica davanti la scalinata mentre la critica ha scoccato le sue prime frecce sul film d’apertura.
Cannucce
:-) AURORA di Cristi Puiu
:-/ ABEL di Diego Luna
:-)) HOWL di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (visto al Marchè)
:-( CUCHILLO DE PALO di Renate Costa
:-/ CHATROOM di Hideo Nakata
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