
A SINISTRA PER QUATTRO RAGIONI
Un voto di parte, laico e di speranza. Ci sono (almeno) quattro buone ragioni per votare sinistra il prossimo 13 e 14 aprile. Lo sostiene un gruppo di intellettuali che ha firmato un appello a favore dell’arcobaleno. Fra loro Pietro Ingrao, Marco Bellocchio, Luciana Castellina, Mario Ceroli, Marcello Cini, Luciano Gallino, Paul Ginsborg, Margherita Hack, Lea Melandri, Mario Monicelli, Achille Occhetto, Valentino Parlato, Tamar Pitch, Rosanna Praitano, Giuseppe Prestipino Marco Revelli, Gianni Rinaldini, Rossana Rossanda, Paolo Rossi, Edoardo Sanguineti, Aldo Tortorella, Mario Tronti, Dario Vergassola.
Le «quattro buone ragioni » per una «scelta di parte» sono:
Prima
perché è un voto utile alla democrazia italiana e alla rinascita della politica. La contesa elettorale non può ridursi a una partita a due, o a un referendum tra leadership spettacolari».
Seconda
«perché è un voto di parte. Dalla parte dei lavoratori e dei diritti del lavoro, operaio, precario, intellettuale, sfruttato, sottopagato, umiliato. Delle donne, dei giovani e dei nuovi cittadinie cittadine migranti in cerca di libertà».
Terza
«perché è un voto laico. Per fermare l’invadenza interventista delle alte gerarchie vaticane e le tentazioni neotemporaliste della Chiesa cattolica». Niente guerre di religione né antistorici steccati tra credenti e non, dice l’appello, ma «la laicità dello Stato e il primato del Parlamento » sono il fondamento più solido della libertà di tutti.
Quarta, la speranza
per una sinistra capace di rigenerare se stessa», l’inizio di «un percorso positivo nel fuoco di queste elezioni.