VISIONI OBLIQUE

07 novembre 2007

LA RIVOLUZIONE NON RUSSA

7 novembre 1917 - 7 novembre 2007

Né il 24 né il 26ma il 25 di ottobre 1917, per il nostro calendario il 7 novembre, novant’anni fa giusto oggi: il tempo della rivoluzione, per Lenin, era un’ora esatta.
Né prima né dopo, l’ora che o la cogli o passa e non torna.
Il novantesimo, per un anniversario, è invece un tempo incerto: non ha la passione calda e partigiana del decennale né la distanza fredda e ponderata del centenario; per le regole del grande show mediatico è un fuori sincrono, per i criteri politici del presente un’assurdità.
Mario Tronti la mette in metafora: «Questo anniversario è come una stella che cade in una palude.
Ma quando cade una stella ci tocca un desiderio.
Il mio è questo, che nei dieci anni che ci separano dal centenario accada qualche sorpresa, che renda almeno possibile il discorso».
Il discorso sull’Ottobre, nonché quello sulla rivoluzione di cui l’Ottobre continua a essere simbolo imprescindibile, oggi è in effetti un discorso impossibile.
E non da oggi, né solo dall’’89 o dal ’91, quando il crollo del Muro di Berlino prima e dell’Urss poi ha travolto, con gli esiti, anche l’inizio dell’esperimento sovietico: il revisionismo storico era al lavoro già da prima, e in vent’anni ha reso di senso comune l’equivalenza fra i due totalitarismi, comunista e nazista, del Novecento, quando non l’interpretazione del secondo come reazione (legittima) al primo. Di contro, una memoria «ortodossa» del mito dell’Ottobre resiste nella sinistra europea, ma senza carica e in difensiva, come se le mancassero, prima che le giuste risposte, le giuste domande da rivolgere a quell’evento.
da La stella d'Ottobre di Ida Dominijanni su il manifesto del 7 novembre 2007