AH, LE TETTE DEI MASCHI !

Non solo la letteratura mondiale, anche quella specialistica descrive raramente il corpo del maschio. Non è questo il motivo per cui il legame del maschio con il corpo si è affievolito ? Alcune parti del corpo maschile rimangono tuttora senza nome, oppure ne hanno uno approssimativo. Il maschio si rammenta della propria corporeità soltanto in situazioni eccezionali, per lo più di stress. Dedica un’attenzione molto maggiore alla propria attività, i cui risultati di norma sono catastrofici. Si è verificato il distacco del maschio dal proprio corpo. Mentre invece il maschio è straordinariamente bello. Di più, la sua bellezza non ha eguali nella natura vivente. Alcuni dicono che il maschio è nato per uccidere. Ha la bellezza dell’assassino. Ma c’è chi considera questa solo una parte della verità. Nel corpo maschile alberga la bellezza dell’autoaffermazione disinteressata. Le spalle e il petto, come anche le scapole, gli stinchi e gli avambracci sono totalmente disinteressati. Altra cosa la gamba. La gamba maschile è un prototipo di bellezza. E’ dinamica nella sua villosità. Là il maschio non ha bisogno di radere alcunché. E’ scattante, corre veloce con il suo equipaggiamento di tallone, pianta del piede, dita dalle unghie robuste e, infine, di pelle. Il ginocchio, in quanto giuntura fra il sopra e il sotto, non può non essere funzionale. Del mento maschile se ne dice tante. Più volte ho sentito qualcuno dire che ispira pensieri di furore. Che gente ingenua! Il mento maschile è comodo piuttosto per la contemplazione. L’ombelico maschile è il centro dello spazio cosmico. Se il maschio ha l’ombelico aperto, è un casalingo, gli piace cucinare. Se l’ha socchiuso, è comunque un casalingo, gli piace cucinare. Se l’ha socchiuso, è comunque un casalingo. E’ sempre un casalingo. Sempre con il rastrello nel giardino di casa. Il maschio ha la pelle morbida. Talmente morbida che hai voglia di toccarla con le mani tutto il tempo. Difficile descrivere la bellezza di un maschio addormentato, in qualsiasi lingua. Quando il maschio gonfia le guance, sembra Dio. Quando il maschio cammina con la croce, assomiglia a Gesù. Le salde natiche maschile non sono soltanto belle di per sé, ma anche per ciò che si vede fra loro. I testicoli sono l’isola del tesoro. Là c’è un certo posto che ti porta allo sballo. Non chiamerò mai pudicamente membro i genitali maschili. Il cazzo è il cazzo, e io scriverò questa parola con la lettera maiuscola, come la parola Patria. La elimino dal dizionario delle parole sconce. Apprezzo l’indipendenza autentica del cazzo, le sue decisioni autonome. Vi è mai capitato di vedere negli occhi del maschio che si masturba? Sono colmi di lacrime asciutte. Vi è mai capitato di vedere come mangia il maschio? Mi viene un nodo in gola quando vedo quello spettacolo. Quando il maschio un giorno non si sbarba, diventata un genio di ispirazione. Mi turbano le sue abitudine agonistiche. Va bene se effettua in cielo virate su un aereo d’assalto, bloccandosi in verticale nell’aria e poi rovesciandosi all’indietro. Mi piace il maschio che si pettina nudo in bagno davanti a uno specchio che arriva al pavimento. Ravvia i capelli bagnati all’indietro. Un gesto superbo. Mi piace che massaggi le guance con profumo amarognolo, che sorrida lievemente. Non mi appassionano i patimenti dei minatori, però mi piace il maschio con la faccia un po’ sudicia. Le tette del maschio: ecco i nuovi segni di disinteresse. Il collo: movimento. La bocca: silenzio. Il maschio morto è meno orribile di qualsiasi altro animale.
di Viktor Erofeev - traduzione Elena Gori Corti - da L'Espresso
di Viktor Erofeev - traduzione Elena Gori Corti - da L'Espresso
2 Comments:
come si può non essere d'accordo! :-)
18 ottobre 2007 alle ore 22:18
Alquanto apprezzabile la fotografia, orrendo il testo. Degno della più manieristica letteratura nordamericana degli anni Sessanta, solo che sono passati quarant'anni!
Ad un autore che pensa di essere originale perché usa la parola "cazzo" preferiamo pur sempre il più nostrano Busi di "cazzi e canguri (pochissimi i canguri)". La sua ironia è più caustica e più interessante è il modo con cui padroneggia la materia linguistica.
18 ottobre 2007 alle ore 23:37
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