VISIONI OBLIQUE

18 novembre 2007

47/2007 – Tornando a Genova



Nonostante il boicottaggio di Trenitalia in centomila sono tornati ieri, sabato 17 novembre, nel capoluogo ligure per chiedere «verità e giustizia» per i fatti del 2001.
E’ stato un grande corteo allegro e pacifico che ha concluso una giornata iniziata con un convegno sul processo ai manifestanti del G8.
Smentiti clamorosamente gli allarmismi della vigilia sui presunti «rischi ultrà».
In piazza persone di ogni età che hanno riconquistato uno spazio di libertà, hanno fatto un passo in avanti, hanno riallacciato - almeno in parte - un filo spezzato, hanno cominciato a sconfiggere quella paura.
Lo hanno fatto per ricordare un ragazzo ucciso e chiedere verità, per solidarietà con i loro compagni inquisiti, ma così facendo - alla fine - lo hanno fatto anche per se stessi e per tutti noi.
Insomma, hanno fatto davvero qualcosa di sinistra.

E’ LA STAMPA, BELLEZZA
Giornali, l'ultima tentazione: come il «fattore Google» sta influenzando l'informazione online

Il motore di ricerca porta accessi e pubblicità, ma impone cambiamenti nelle abitudini delle redazioni e non rivela il suo misterioso algoritmo. E domani, forse, potrebbe diventare un concorrente. Concorrente, già. Quest'idea si fa strada tra i grandi quotidiani online. Forse perché i rapporti di forza sono ormai sbilanciati a favore di un unico soggetto: Google. Il primo ad aver compreso che in rete la partita non si gioca tanto sui mezzi di produzione (che diventano sempre più distribuiti), ma su quelli di accesso (che, invece, vanno sempre più concentrandosi in poche mani). Anche di fronte a una «merce» particolare come l'informazione, Google per ora va diritto per la sua strada: disaggregare i contenuti prodotti da altri e centralizzarli all'interno del suo recinto. E per questo, no, non serve nessun giornalista (che fra l'altro, costa): può bastare un buon algoritmo.

IO, MANIFESTO !
L’articolo

Ultrà a palazzo di Gabriele Polo da “il manifesto” del 15 novembre 2007.
La guerriglia istituzionale messa in scena ieri al senato non aveva molto da invidiare all’assalto ai commissariati di domenica sera a Roma. […] L’Unione, ormai, trema a ogni sbotto di Mastella, palpita di paura a ogni gracidare di Dini. E se il primo gioca spregiudicatamente per mantenersi al centro del mercato politico, il secondo ha deciso da tempo la fine dell’attuale esperienza di governo, decretandone l’espulsione della sinistra. È un gioco al massacro che permetterà magari l’approvazione della finanziaria, ma che si riproporrà drammaticamente al varo del protocollo sul welfare con il risultato di bloccare qualunque suo pur flebile miglioramento e mettere la sinistra di fronte al dilemma – accentuato da una «cosetta» come la manifestazione del 20 ottobre - se ingoiare o meno l’ennesimo rospo. Accettare la logica dell’agonia, illudendosi che la forma (il governo) corrisponda alla sostanza (un centrosinistra), affidandosi agli interessi di Pallaro o alla resistenza della Montalcini, procrastinerebbe il problema ma non lo risolverebbe. Anche perché tre senatori centristi oggi pesano più dei restanti centocinquanta della maggioranza. Perciò, se proprio bisogna governare qualcosa, meglio organizzare una via di fuga che prenda atto della fine dell’attuale coalizione e attrezzarsi alle elezioni preparate da una riforma elettorale minimamente corrispondente alla realtà italiana. Cioè un proporzionale vero, senza pasticci ispano-tedeschi - che svincoli la rappresentanza politica dai lacci del bipolarismo maggioritario. In questo paese esistono quattro grandi aree, differenziate per valori e indirizzi, da cui dovrebbero derivare i programmi e le azioni: una destra populista e autoritaria, una destra moderata, un grande centro attorno al Pd e una sinistra oggi troppo frantumata e inerme. Sarebbe bene che il Parlamento li potesse accogliere per quello che sono, dando modo a ciascuno di fare la sua parte, ridando senso e chiarezza allo scontro politico. È quel minimo di agibilità democratica che pensavamo di ottenere battendo Berlusconi. Ma finora non è andata così.
www.ilmanifesto.it

LES FILMS SUR GRAND ÉCRANS
Across the Universe Julie Taymor
www.across-the-universe.it
:-/ Musicalmente ridondante

PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
Visions

The Times of Harvey Milk di Rob Epstein
www.imdb.com/title/tt0088275
Annozero
www.annozero.rai.it , Decameron www.la7.it/decameron
Report
www.report.rai.it , Parla con me www.parlaconme.rai.it
Apnée
http://it.qoob.tv/video/clip_view.asp?id=5745
Episodi vari delle nuove stagioni (USA) di :
Dexter
www.sho.com/site/dexter , Weeds www.sho.com/site/weeds
Heroes
www.nbc.com/Heroes , Prison Break www.fox.com/prisonbreak
Écoutes
DJ Mike Kelly set
www.djmikekelly.com
Pan Sonic + Keiji Haino in concerto http://it.qoob.tv/users/user_page.asp?id=26093

1 Comments:

Blogger Pier Lodigiani said...

Grande giornata ieri. Si, scendere in piazza per riconquistare uno spazio di libertà è davvero "qualcosa di sinistra". un gesto concreto, grande e collettivo. Un gesto di impegno che ha segnato un grande giorno. un felice contrappunto alla giornata precedente di venerdi. Della manifestazione nemmeno mi ricordavo. Io, la sera, ero a godermi una straordinaria ed eslcusiva festa di MTV. Mentre ero li a tracannare cuba libre, Letizia Moratti concedeva un'intervista, anche più esclusiva della mia festa, a Daria Bignardi. L'ho vista ora sul sito de "la7". Come non restare affascinati da tanto delicato garbo borghese. Si, in fondo la mia città è buona e sta lavorando duramente anche per me. E’ vero. Dalla mia casa - borghese - da un po’ di tempo vedo pure le montagne: segno che l’aria è migliore. Questa sera non uscirò. Fa freddo ed è bello godersi fino in fondo questo sogno. Finirà tra meno di dodici ore. Lunedì mattina mi sveglierò presto e di malumore. Passerò la prima ora della mia giornata fra gli insulti – ricambiati - di automobilisti inferociti. Ci saranno zingari che barattano un po’ di buona fortuna in cambio di pochi spiccioli. Ci saranno quelle facce così riconoscibili al supermercato di quelli per cui lunedì prossimo sarà l’inizio della terza settimana. E il conto alla cassa, da qui in poi, diventa durissimo da pagare. Perchè questa città che vorrebbe nutrire il mondo nel 2015, oggi non riesce a nutrire neppure se stessa. In fondo sono contento di non vedere più quei manifesti sull’anoressia. Mi evita, di lunedì, il naturale rimando ad anoressie ben più gravi. E molto sconvenienti. Meno male che basta l’eleganza discreta di un filo di perle a farcele dimenticare. Ma non è che le perle sono di destra? Mah...

18 novembre 2007 alle ore 22:20

 

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