VISIONI OBLIQUE

10 settembre 2006

36/2006 - Semaine de la Critique

Venezia? No, grazie!
Alla cronica disorganizzazione della Mostra preferiamo il rigido palinsesto della Berlinale; al deprimente Lido l’euforica Croisette di Cannes.
Il resoconto del 63° festival lagunare l’abbiamo così letto su quotidiani e riviste di settore, constatando, per l’ennesima volta, quanto la critica sia ad un punto critico.
Un continuo confrontarsi con articoli troppe volte pensati non per parlare di cinema ma per dar sfoggio alla propria cultura.
Il risultato è un linguaggio improponibile ed improbabile, che sfiora l’autismo e il narcisismo.
Quando il critico diventa più importante del film perde immediatamente ruolo e funzione.
Meglio allora essere onesti reporter da “faccine” che primedonne isteriche che del pettegolezzo, della supponenza e della prevaricazione hanno caratterizzato la loro propria professione.


PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
L’ARTICLE L’osceno reality della quotidianità di Massimo Arcangeli da “il manifesto” del 10 settembre 2006 : « […] Se allo stato attuale ormai il pettegolezzo, ontologicamente, è la televisione, il reality della De Filippi ci mette di fronte al lato oscuro del gossip, quello più strisciante e pericoloso di una lotta senza esclusione di colpi mascherata da una insostenibile ipocrisia. […] Lo zapping non basta a salvarsi dall’osceno, né serve in molti casi spegnere la tv; perché assai più oscena, oggi, è la scena del mondo. E quando questa, con le sue squallide, quotidiane miserie, ci appare in tutta evidenza (come nel nuovo programma di Maria De Filippi) dal piccolo schermo, solo allora, paradossalmente, ci rendiamo conto di essere di fronte a una verità che non avremmo mai voluto scoprire e che ci viene contrabbandata per giunta come il frutto innocente della finzione imposta dalla logica spettacolare. Solo allora prendiamo atto della quotidiana violenza del mondo che Unan1mous ci ha volgarmente sbattuto davanti. »

LA LETTRE Qui il terrorista sono io di Jean Marie Straub e Danièle Huillet, indirizzata alla Mostra di Venezia in merito alla partecipazione del loro film Quei loro incontri : « […] D’altronde non potrei festeggiare in un festival dove c’è tanta polizia pubblica e privata alla ricerca di un terrorista - il terrorista sono io, e vi dico, parafrasando Franco Fortini: finché ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno mai abbastanza terroristi nel mondo. […] »
LE LIVRE Troppi paradisi di Walter Siti

www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/scheda.jsp?isbn=978880617799&ed=87
LE DVD UFC 56 Full Force
http://ufcstore.seenon.com/detail.php?p=7890
LA SÉRIE TÉLÉ Weeds (prima stagione) www.tv.com/weeds/show/28829/summary.html

LES FILMS SUR GRAND ÉCRAN
:-))) Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Farris
www2.foxsearchlight.com/littlemisssunshine
:-)) Non è peccato – La Quinceañera di Richard Glatzer e Wash Westmoreland
www.teodorafilm.com/film/quinceanera/index.htm

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

a venezia ci son stata molti anni fa, dopo esser passata da cannes e berlino, al lido la tristezza mi ha assalito.. un festival di cinema in un luogo senza cinema! all'epoca le proiezioni della settimana della critica avevano luogo ove si tenevan poi le conferenza stampa: un triste stanzino con schermetto incorporato e bottiglie d'acqua minerale in primo piano, strano feticcio di precedenti dichiarazioni che nessuno osava spostare... sui reportage dei critici e le presunte loro recensioni, stendo un pietoso velo, troppe volte stralci di press-book malfatti (purtroppo senza spinaci), altre volte, sempre troppe, sproloqui su cose che poco c'entrano con quello di cui dovrebbero parlare

20 settembre 2006 alle ore 19:13

 
Anonymous Anonimo said...

[…] non capisco… dietro il giudizio piu' obiettivo lineare e semplice e carino a leggersi, giornalisticamente parlando, si puo' nascondere l'autoritarismo della Merce del Denaro dell'Ideologia di chi ti paga per scrivere ' comprensibile', per tutti (chi?)...una scrittura insomma potenzialmente e troppo spesso di fatto pericolosa e deviante nella sua apparente innocenza... come parlare 'semplice' di film ardui e ' furibondi' senza mancar loro di rispetto? credo che il critico non debba essere 'superiore' all'opera ma che debba pero' essere in grado di ascoltarla e di continuare il dialogo con essa, volare con lei anche con la scrittura altrimenti la impoverisci e la dissangui, e con lei dissangui chi ti legge pensando di dargli qualcosa… […] dei film che insomma osano parlare anche d'altro, rispetto a quello che fingono di raccontare, occorre parlare con i giusti e precisi precise accenti e parole... […] non provo disprezzo per lo spettatore, lo rispetto e lo amo ma troppo spesso oggi si impedisce di vedere e di pensare,di crescere come sguardo, nonostante la proliferazione del dvd, lo sguardo e' sempre piu' normalizzato, il pensiero castrato o omologato nel sesso in città o nelle mille sigle e marche prefabbriccate per illuderlo di stare vedendo immagini che sono di fatto senza volumi, spessori...a dialoghi e cliche' che ,senza uno spazio e un tempo che dia loro un senso,fanno accapponare la pelle al primo minuto... […]

1 ottobre 2006 alle ore 17:21

 

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