VISIONI OBLIQUE

18 maggio 2009

CITIZEN CANNES jour 6

Scioperanti EDF


Giro di boa
Tiepido questo 62imo Festival ? Giunti a meta’ della rassegna la temperature si e’ inevitabilmente impennata : bagarre generale alla serata di Un prophete ; happenings a ripetizione alle proiezioni di Antichrist, fischiata dai giornalisti domenica e affossata da quattro malori, oggi, durante la sua presentazione ufficiale accompagnata dalla fuga precipitosa di Lars Von Trier prima dei titoli di coda ; malattia diplomatica di Penelope Cruz che ha snobbato la stampa scritta, invocando un’angina che pero’ non le ha impedito di partecipare a tutte le sue programmate interviste televisive, decisamente piu’ valorizzanti che i caratteri di Gutenberg. Senza contare le incazzature che alimentano regolarmente il falo’ delle vanita’ cannesi e l’elettricita’ che salta improvvisamente lungo tutta La Croiesette a causa di uno sciopero selvaggio dell’EDF, l’ENEL francese. Ma si sa, calma e unanimita’ sono fuori luogo in questo contesto. Dopotutto non c’e’ nulla di peggio nel reame della settima arte che la staticita’ o le delusioni accennate appena, come ha ben sottolineato Charlotte Gainsburg, l’audace attrice di Antichrsit.

:-) Looking for Eric di Ken Loach
Grazie anche al notevole assist di Eric Canton ail regista inglese riesce a virare nella commedia i temi radicali ai quali ci ha da sempre abituato, senza perdere il suo stile: regia nervosa e narrazione a lle corde.
:-) Le Roi de l’evasion di Alain Guiraudie
Se Guiraudie non esistesse il cinema francese perderebbe un punto d’equilibrio. Il suo cinema simbolico e’ un indispensabile contrappeso all’industria regolare.
:-)) Independencia di Raya Martin
24 anni, filmografia gia’ ricca di titoli, basso budget e velocita’ d’esecuzione. Qualita’ che mancano agli autori italiani. Dalle filippine un magnifico film che inventa una nuova immagine politica e cinematografica.
:-/ Manila di Raya Martin e Adolfo Alix Jr.
Complici una sofisticata colonna sonora jazz e un bianco e nero forse troppo perfetto, i bassifondi della capitale filippina risultano meno credibili di quelli raccontati dal collega Mendoza in Kinatay.

:-)) Vincere di Marco Bellocchio
Raccontando un misfatto di cronaca politica tenuto nascosto o rimosso per decenni il film e’ una metafora di come un paese, l’Italia, possa ancora essere diseredato, cancellato dalla vista e dai mass media, reso sadicamente impotente.