VISIONI OBLIQUE

05 ottobre 2008

40/2008 – Italiani brava gente


Il razzismo in Italia non è un fenomeno nuovo.
Ma da qualche mese a questa parte le aggressioni contro immigrati e rom sono diventate ormai quotidiane.
In nome della razza si è arrivati perfino a uccidere, al Nord come al Sud.
E’ emergenza.
Un’emergenza alimentata dalla destra al governo, che della paura dello straniero ha fatto il suo cavallo di battaglia, prima, durante e dopo le elezioni del 14 aprile.

VISIONS DE LA SEMAINE

Sur petit écran
Grace Is Gone di James Strouse
High School di Frederick Wiseman
High School II di Frederick Wiseman

Tideland di Terry Gilliam
La Traviata im Hauptbahnhof
Le cœur a ses raisons (stagione 3 Canada)

2 Comments:

Blogger Marco Antonio said...

Non a caso Antonio Albanese quest'anno interpreta il "ministro della paura" a "Che tempo che fà".
(Vota Antonio! Vota Antonio!)

8 ottobre 2008 alle ore 10:11

 
Blogger L'incertain regard said...

A tale proposito rimando alla critica del programma di Fazio scritta da Norma Rangeri per il manifesto :
FAZIO E LE INTERVISTE IMPOSSIBILI
Con una mascherina di gomma marrone che lo fa somigliare a Hannibal Cannibal, il ministro della paura (alias Antonio Albanese) ha illustrato ai telespettatori il suo programma minimo («io trasformo la paura in ordine»), invitandoli a seguire i precetti della nuova etica
pubblica («guardatevi con sospetto, sparatevi, comprate armi»). Non senza prima aver espresso tutto il suo disagio per l'atmosfera dello studio televisivo («non ci sono tracce di sangue, non ci sono lacrime,
non c'è disagio e nemmeno il plastico»). Nella nuova edizione di Che tempo che fa (Raitre, sabato e domenica), il travestimento dell'attore rappresenta l'anima cannibalesca
della politica governativa sulla sicurezza. Del volto resta scoperta solo la bocca, mentre il corpo è corazzato dal grigio metallizzato di giacca e cravatta, scosso da movimenti schizoidi, frutto dell'abbuffata di psicofarmaci che il ministro ingoia tra uno slogan e l'altro. Come già nei panni di Cetto La Qualunque, il politico malavitoso del sud, Albanese scrive sul suo corpo il copione del personaggio (già protagonista dei suoi spettacoli teatrali), interpretando fisicamente
l'orrore del letale cinismo della classe dirigente. Per il resto il programma di Fabio Fazio (stessi autori, stessa Filippa
Lagerback) torna sui suoi passi, con le amabili conversazioni riservate ai nomi sulla cresta dell'onda (Panariello, David Grossman, Spike Lee, Marco Tronchetti Provera), le campagne di impegno civile di Emergency, l'overdose di applausi del pubblico in studio. E non tutte le interviste riescono con il buco. Per esempio quella all'ex grande capo di Telecom: alla fine della chiacchierata Tronchetti Provera aveva l'aureola dell'immacolato capitano coraggioso. Le intercettazioni? Non esistono, il capo della sicurezza Telecom, Tavaroli, ha fatto tutto da solo, la chiusura dell'indagine ha dimostrato che io non c'entravo nulla. Anche quando dalla banda degli spioni il discorso è scivolato sull'aborto del terzo polo televisivo, il condutttore ha
gettato il sasso e nascosto la mano: «Perché - chiede Fazio - avete dismesso il progetto de La7?». Risposta: «Perché prevedeva una perdita di 350 milioni di euro l'anno, e per raggiungere il pareggio, La7 sarebbe dovuta passate dall'1 o 2 per cento di share al 5 per cento, in Italia». Se il conduttore, che di quel progetto ambizioso avrebbe dovuto essere un pilastro, gli avesse chiesto di spiegare chi ha impedito lo sviluppo di una nuova impresa televisiva, ci saremmo davvero divertiti ad ascoltare la risposta del grande manager. Invece per farci quattro risate abbiamo dovuto attendere l'entrata in scena di Luciana Littizzetto, con le sue battute sui turisti italiani rapiti nel deserto africano: «Quei pirla che d'estate vanno a mettersi nei casini vogliono rischiare la pelle? fate pure, ma non rompeteci i coglioni». Parole sante.

12 ottobre 2008 alle ore 18:30

 

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