15/2007 – Lavoro da morire

Dissentiamo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano che ha definito i recenti morti sul lavoro dei “martiri”.
Ricordiamo che questi lavoratori non si sono immolati per nessuna causa, ma sono semplicemente vittime di omicidi da evitare con azioni concrete.
Dario Fo torna sull’argomento delle morti bianche ricordando la censura subita dalla quando si permise di denunciare le “morti bianche” nella Canzonissima 1962 (45 anni fa!) : « Sotto tiro in particolare una scenetta che forse, ci scommetto, ci censurerebbero anche oggi. Pigliava di mira il mondo dell’edilizia, satireggiando sui costruttori che non rispettavano le norme di sicurezza provocando gravi incidenti, spesso mortali, sul posto di lavoro. Io avrei dovuto interpretare un imprenditore lombardo, uno di quelli col panciotto e anellone al dito, che prima si spaventa per la caduta di un operaio da un’impalcatura, si dispera, si pente, promette di ravvedersi e di mettere tutto in regola, ma appena viene a sapere che il poveraccio si salverà pur rimanendo acciaccato, fa due conti su quello che gli verrebbe a costare rispettando le leggi sulla sicurezza e l’eventuale rischio di processo e conclude trionfalmente avvisando il capo cantiere “Ehi, fa’ avvertire gli operai che il primo che casca gli spacco il muso!” Insomma, un tema scottante negli anni del boom edilizio, dove le morti bianche erano, come per altro oggi, all’ordine del giorno. »
E’ LA STAMPA, BELLEZZA
Salto nel buio per il Los Angeles Times - Il recente passaggio di proprietà del conglomerato Tribune Co., la holding cui fa capo il Los Angeles Times, per 8,5miliardi di dollari, ha segnato l'ultimo capitolo della dolorosa saga del secondo quotidiano d'America e apparente vittima sacrificale della crisi che attanaglia il giornalismo americano. L'acquirente del gruppo Tribune, proprietario oltre che del Times, del Chicago Tribune, di diversi giornali regionali, di una dozzina di emittenti televisive e la squadra di baseball dei Cubs, è il miliardario finanziere immobiliare Sam Zell, celebre rottamatore di proprietà seminaufragate da cui, attraverso acrobatiche operazioni di finanza, ricava rivendendole il massimo degli utili. Sviluppo non proprio rassicurante insomma e, come l'ha definito Tim Rutten, semmai «l'ultimo salto nel buio» per il giornale e per i suoi lettori che «negli ultimi cinque anni sono stati abituati a sempre meno e minore giornalismo da parte di un numero sempre più esiguo di giornalisti».
Su Têtu.com
Les étudiants italiens se mobilisent contre l'homophobie www.tetu.com/rubrique/infos/infos_detail.php?id_news=11329
IO, MANIFESTO !
L’articolo Sotto il tiro di Lozano di Mariuccia Ciotta da “il manifesto” del 12 aprile 2007 : « « Ho ubbidito agli ordini, ho fatto quello per cui ero addestrato », ha detto il soldato Mario Lozano ieri alla Cbs. Non è una buona autodifesa, da Norimberga in poi è pratica comune, reale e immaginaria, disubbidire agli ordini ingiusti. Lozano sarà processato per omicidio volontario politico di Nicola Calidari e tentato omicidio volontario di Giuliana Sgrena e dell’agente del Sismi che viaggiava con loro il 4 marzo 2005, quando una pioggia di piombo, 58 proiettili, colpirono auto e passeggeri. Il processo si aprirà a Roma il 17 aprile, in contumacia, Lozano non si presenterà perché, secondo lui, il rinvio a giudizio è una farsa basata sulle «fantasie» di una giornalista ormai «ricca e famosa», mentre lui è un uomo disperato perseguitato dagli «incubi», che pensa «a quell’uomo quasi ogni giorno». […] Viso solcato dalle lacrime, in abiti civili, camicia bianca senza cravatta, il marine si propone alla macchina mediatica con lo strazio di chi «non aveva scelta». Ce ne sono tanti come lui che alla domanda «perché lo fai?» rivolta dagli inviati di guerra ai giovani in divisa sui fronti iracheni e afgani rispondono «perché è il mio lavoro». Sparare nel mucchio per non essere ammazzati, azione preventiva. […] Mario Lozano insiste sulla sua versione e poco importa se è stato smentito all’inchiesta della magistratura italiana: il suo punto forte è la «regola d’ingaggio». Il soldato si schiera con tutti quelli che, come lui, reclutati in qualche megastore di periferia americana, «fanno il loro lavoro» e lo fanno bene. […] Non vogliamo che Mario Lozano diventi il capro espiatorio di quel 4 marzo,ma è lui a farsi velo della verità, a sottrarsi al processo e a esporsi alle telecamere, offeso e commosso. Lozano si autoassolve in nome di un mandato di morte. E si fa simbolo di quella logica del sacrificio del singolo per la salvaguardia della «sovranità nazionale», che in questi giorni imperversa. La guerra vuole vittime, che poi si piangeranno. Non si può fare ameno di accostare idealmente Lozano a chi si batte per salvare vite umane, ed è accusato di collusione con il nemico. In questi momenti i volontari di Emergency stanno partendo per un esilio obbligato e non è il fuoco dei tanti Lozano a spaventarli, ma la ferocia delle sentinelle del «prestigio internazionale » dell’occidente, che per questo sacrifica ostaggi, uomini, donne e bambini. Il processo del 17 aprile convoca i loro fantasmi, revenant in cerca di giustizia. » www.ilmanifesto.it
PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
Le livre
Ricordiamo che questi lavoratori non si sono immolati per nessuna causa, ma sono semplicemente vittime di omicidi da evitare con azioni concrete.
Dario Fo torna sull’argomento delle morti bianche ricordando la censura subita dalla quando si permise di denunciare le “morti bianche” nella Canzonissima 1962 (45 anni fa!) : « Sotto tiro in particolare una scenetta che forse, ci scommetto, ci censurerebbero anche oggi. Pigliava di mira il mondo dell’edilizia, satireggiando sui costruttori che non rispettavano le norme di sicurezza provocando gravi incidenti, spesso mortali, sul posto di lavoro. Io avrei dovuto interpretare un imprenditore lombardo, uno di quelli col panciotto e anellone al dito, che prima si spaventa per la caduta di un operaio da un’impalcatura, si dispera, si pente, promette di ravvedersi e di mettere tutto in regola, ma appena viene a sapere che il poveraccio si salverà pur rimanendo acciaccato, fa due conti su quello che gli verrebbe a costare rispettando le leggi sulla sicurezza e l’eventuale rischio di processo e conclude trionfalmente avvisando il capo cantiere “Ehi, fa’ avvertire gli operai che il primo che casca gli spacco il muso!” Insomma, un tema scottante negli anni del boom edilizio, dove le morti bianche erano, come per altro oggi, all’ordine del giorno. »
E’ LA STAMPA, BELLEZZA
Salto nel buio per il Los Angeles Times - Il recente passaggio di proprietà del conglomerato Tribune Co., la holding cui fa capo il Los Angeles Times, per 8,5miliardi di dollari, ha segnato l'ultimo capitolo della dolorosa saga del secondo quotidiano d'America e apparente vittima sacrificale della crisi che attanaglia il giornalismo americano. L'acquirente del gruppo Tribune, proprietario oltre che del Times, del Chicago Tribune, di diversi giornali regionali, di una dozzina di emittenti televisive e la squadra di baseball dei Cubs, è il miliardario finanziere immobiliare Sam Zell, celebre rottamatore di proprietà seminaufragate da cui, attraverso acrobatiche operazioni di finanza, ricava rivendendole il massimo degli utili. Sviluppo non proprio rassicurante insomma e, come l'ha definito Tim Rutten, semmai «l'ultimo salto nel buio» per il giornale e per i suoi lettori che «negli ultimi cinque anni sono stati abituati a sempre meno e minore giornalismo da parte di un numero sempre più esiguo di giornalisti».
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IO, MANIFESTO !
L’articolo Sotto il tiro di Lozano di Mariuccia Ciotta da “il manifesto” del 12 aprile 2007 : « « Ho ubbidito agli ordini, ho fatto quello per cui ero addestrato », ha detto il soldato Mario Lozano ieri alla Cbs. Non è una buona autodifesa, da Norimberga in poi è pratica comune, reale e immaginaria, disubbidire agli ordini ingiusti. Lozano sarà processato per omicidio volontario politico di Nicola Calidari e tentato omicidio volontario di Giuliana Sgrena e dell’agente del Sismi che viaggiava con loro il 4 marzo 2005, quando una pioggia di piombo, 58 proiettili, colpirono auto e passeggeri. Il processo si aprirà a Roma il 17 aprile, in contumacia, Lozano non si presenterà perché, secondo lui, il rinvio a giudizio è una farsa basata sulle «fantasie» di una giornalista ormai «ricca e famosa», mentre lui è un uomo disperato perseguitato dagli «incubi», che pensa «a quell’uomo quasi ogni giorno». […] Viso solcato dalle lacrime, in abiti civili, camicia bianca senza cravatta, il marine si propone alla macchina mediatica con lo strazio di chi «non aveva scelta». Ce ne sono tanti come lui che alla domanda «perché lo fai?» rivolta dagli inviati di guerra ai giovani in divisa sui fronti iracheni e afgani rispondono «perché è il mio lavoro». Sparare nel mucchio per non essere ammazzati, azione preventiva. […] Mario Lozano insiste sulla sua versione e poco importa se è stato smentito all’inchiesta della magistratura italiana: il suo punto forte è la «regola d’ingaggio». Il soldato si schiera con tutti quelli che, come lui, reclutati in qualche megastore di periferia americana, «fanno il loro lavoro» e lo fanno bene. […] Non vogliamo che Mario Lozano diventi il capro espiatorio di quel 4 marzo,ma è lui a farsi velo della verità, a sottrarsi al processo e a esporsi alle telecamere, offeso e commosso. Lozano si autoassolve in nome di un mandato di morte. E si fa simbolo di quella logica del sacrificio del singolo per la salvaguardia della «sovranità nazionale», che in questi giorni imperversa. La guerra vuole vittime, che poi si piangeranno. Non si può fare ameno di accostare idealmente Lozano a chi si batte per salvare vite umane, ed è accusato di collusione con il nemico. In questi momenti i volontari di Emergency stanno partendo per un esilio obbligato e non è il fuoco dei tanti Lozano a spaventarli, ma la ferocia delle sentinelle del «prestigio internazionale » dell’occidente, che per questo sacrifica ostaggi, uomini, donne e bambini. Il processo del 17 aprile convoca i loro fantasmi, revenant in cerca di giustizia. » www.ilmanifesto.it
PRÉFERENCES DE LA SEMAINE
Le livre
Il mondo secondo Fo di Dario Fo
Testosterone di Joe Oppedisano
www.amazon.com/Testosterone-Joe-Oppedisano/dp/386187878X
À la télé
Desperate Housewifes www.skylife.it/guida_tv/evdetail.do?id=7432656
Nip/Tuck www.mediaset.it/brand/italia1/nip_tuck/schedaprogramma_624.shtml
Report www.report.rai.it
Parla con me www.parlaconme.rai.it
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